Cinque anni fa, Il 29 giugno del 2013, moriva a Trieste l’astrofisica Margherita Hack.
Era nata il 12 giugno del 1922 a Firenze, dove nel 1945 aveva ottenuto la laurea con una tesi sulle stelle variabili Cefeidi. Questa è una particolare classe di stelle che presentano variazioni di luminosità estremamente regolari. Per tale caratteristica sono molto utili in astrofisica per definire le distanze delle galassie o degli ammassi globulari di cui sono parte. Professore al Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste dal 1964, nello stesso anno Margherita Hack era anche divenuta direttore dell’Osservatorio Astronomico di Trieste. Era la prima donna italiana ad avere un tale incarico, che conservò fino al 1987.
Era membro di numerose prestigiose istituzioni scientifiche internazionali, tra cui l’Accademia Nazionale dei Lincei. Proprio l’Accademia le dedica annualmente le conferenze Margherita Hack, dedicate al ruolo delle donne nella scienza. Numerosi gli incarichi scientifici da lei ricoperti. Oltre alla docenza all’università di Trieste, interrotta nel 1992 e ripresa dal 1994 al 1997, ha partecipato a numerosi progetti di ricerca internazionali, in Europa e negli Stati Uniti. Collaborando ad esempio con la NASA, l’Agenzia Spaziale Americana, e l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. A lei è intitolato un asteroide: 8558 Hack.
Margherita Hack è stata anche una grande divulgatrice, attività da lei svolta attraverso numerosi eventi, e come autrice di libri e articoli destinati a far conoscere e capire la scienza a bambini, ragazzi e adulti non specialisti. Proprio per divulgare la propria disciplina scientifica, nel 1978 aveva fondato la rivista L’Astronomia, di cui era stata anche direttore. Aveva anche diretto con Corrado Lamberti la rivista astronomica divulgativa Le Stelle. Sposata per quasi 70 anni con Aldo De Rosa, era cresciuta in una famiglia di estrazione religiosa: il padre era infatti protestante, e la madre cattolica.
Una scienziata atea, che non negava necessariamente la fede
Margherita Hack era però un’atea dichiarata, con posizioni in divenire nel dialogo tra fede, scienza e ragione. E senza però negare la possibilità di un confronto reciprocamente rispettoso tra fede e scienza, tra credenti e non credenti. Numerosi anche i suoi scritti – tra libri e articoli sul rapporto tra fede e ragione, e sul modo in cui viveva la propria laicità e il proprio essere scienziata. Ad esempio nel 2011 aveva pubblicato il libro Il mio infinito. Dio, la vita e l’universo nelle riflessioni di una scienziata atea, ISBN 9788860736789; nel 2012 aveva pubblicato, con il sacerdote Pierluigi Di Piazza, il volume Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete, ISBN 9788889100776; mentre nel 2013, con Nicla Panciera, In piena libertà e consapevolezza. Vivere e morire da laici, ISBN 9788868527839. Immagine: cortesia Inaf – Istituto Nazionale di Astrofisica.