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Innovazione e ricerca

Nature: le percezioni del razzismo inverso negli Stati Uniti

Un interessante studio pubblicato nel mese di dicembre sulla rivista scientifica Nature Human Behaviour, ha esaminato le percezioni sociali del cosiddetto “razzismo inverso” negli Stati Uniti.

Pubblicato con il titolo Questioning white losses and anti white discrimination in the United States DOI 10.1038/s41562-019-0777-1 – l’articolo spiega le differenti percezioni del razzismo negli Stati Uniti, sia da parte della popolazione bianca che di quella nera. Gli autori della ricerca sono Megan Earle e Gordon Hodson. I due studiosi spiegano che normalmente i cittadini statunitensi non pensano che “la diminuzione della discriminazione razziale nei confronti dei neri si traduca in un crescente pregiudizio nei confronti dei bianchi”.

In realtà la discriminazione è realmente diminuita in questi decenni, sia verso i bianchi che verso i neri. Non è però cambiata allo stesso modo la percezione dei cittadini. Una percezione influenzata negli individui sia dalla propria “razza”, sia dal proprio orientamento politico. Così, mentre vi sono cittadini neri che possono avere una percezione esagerata della discriminazione globale verso i neri, vi sono cittadini bianchi e conservatori che reputano di essere vittime di una “discriminazione inversa”.

E che le campagne sociali e politiche contro le discriminazioni sociali e razziali, abbiano portato ad una sorta di controdiscriminazione verso la popolazione bianca. In quella che gli autori definiscono “una mentalità a somma zero”. Vi sono stati già studi precedenti a quello di Megan Earle e Gordon Hodson, però, rilevano i due studiosi, “sono stati limitati e non rappresentativi della popolazione degli Stati Uniti”. Inoltre ad oggi non si sa con certezza “quanto siano diffuse queste credenze a somma zero”.

Per il proprio studio Earle e Hodson hanno valutato “quattro grandi set di dati nazionali per valutare sia l’entità effettiva della discriminazione segnalata da diversi gruppi sia le percezioni su queste esperienze”. Scoprendo che  tutti i gruppi intervistati hanno ammesso “che i neri americani subiscono più discriminazioni dei bianchi americani”. E che globalmente nessuno di tali gruppi pensava che la discriminazione si fosse invertita, a svantaggio della popolazione bianca.

Allo stesso tempo, non c’è omogeneità tra i gruppi su quali possano essere ad oggi i livelli sociali di discriminazione razziale. Così, come accennavamo, per i cittadini bianchi e repubblicani le differenze di discriminazione sociale sarebbero meno nette di quelle avvertite da cittadini neri o da bianchi democratici. Per i bianchi repubblicani vi sarebbe anzi una “discriminazione inversa”, da parte dei neri verso i bianchi. Una percezione che però non è così globalmente diffusa come si potrebbe pensare. La “razza” di appartenenza e il proprio orientamento politico, come citato, sarebbero comunque “associati a percezioni diverse sulla scala della discriminazione affrontata da diversi gruppi in America”.

Abstract dell’articolo Nature Human Behaviour: Questioning white losses and anti-white discrimination in the United States.

Si ritiene che la polarizzazione politica e i movimenti di estrema destra in tutto l’Occidente siano in parte guidati dalla convinzione che i bianchi affrontino discriminazioni in società che presumibilmente favoriscono i non bianchi. Abbiamo confrontato le percezioni della discriminazione razziale con le esperienze di discriminazione riportate in grandi campioni nazionali statunitensi per fare luce sulla veridicità di tali credenze.

Per quanto riguarda le esperienze, scopriamo che i bianchi hanno costantemente subito meno discriminazioni rispetto ai neri e che il declino della discriminazione contro i neri non ha coinciso con un aumento della discriminazione contro i bianchi. Per quanto riguarda le percezioni, nel complesso gli intervistati non hanno espresso convinzioni di discriminazione a somma zero.

Inoltre, gli intervistati neri e i democratici hanno percepito che i neri affrontano molta più discriminazione rispetto ai bianchi, mentre gli intervistati bianchi e i repubblicani hanno percepito un minore divario di discriminazione tra i bianchi e i bianchi, rispetto alle esperienze di discriminazione segnalate. Nel complesso, i miglioramenti per i neri non sembrano coincidere con gli svantaggi per i bianchi e le percezioni della discriminazione differiscono dalle esperienze di discriminazione segnalate. Vengono discusse le implicazioni per gli atteggiamenti razziali, la polarizzazione politica e il comportamento di voto.

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