Google celebra oggi, con un proprio Doodle, il fisico belga Joseph Plateau, inventore del Fenachistoscopio.
Questo strumento ottico, studiato e sviluppato da Plateau nel 1832 grazie alle sue ricerche sulla percezione visiva, rese possibile la visione continua di immagini animate. L’invenzione del fenachistoscopio – phénakistiscope ha preceduto e posto le basi per la realizzazione delle apparecchiature cinematografiche. Questo il Doodle animato scelto da Google per celebrare l’anniversario della sua nascita. Il Doodle è visibile a questo link. Qui invece l’archivio globale dei Google Doodles.
Joseph Antoine Ferdinand Plateau era nato a Bruxelles, Belgio, il 14 ottobre del 1801. Figlio di un noto artista, aveva intrapreso studi scientifici. E dopo essersi laureato in Scienze Matematiche e Fisiche all’università di Liegi, era diventato professore di Fisica sperimentale all’Università di Gand. Aveva basato la propria tesi di dottorato, sulla formazione delle immagini sulla retina. Plateau ne aveva rilevato “la durata, il colore e l’intensità esatti”.
Il fenachistoscopio – phénakistiscope deriva proprio da tali studi. È una sorta di stroboscopio, costituito da due dischi concentrici e sovrapposti, che ruotano in direzioni opposte. Sul disco sottostante vi sono delle immagini fotografiche di una ballerina, disposte radialmente. Sul disco superiore vi sono invece delle finestrelle radiali. Portando la rotazione dei dischi ad una determinata velocità, la ballerina sembra muoversi e danzare.
Da tali studi, che portarono a proiettare su un telo o una parete immagini stroboscopiche, derivarono appunto i primi macchinari cinematografici. Oltre alle ricerche sulla visione, Plateau si interessò tra l’altro dei fenomeni di capillarità e tensione superficiale. Su cui nel 1873 scrisse il trattato Statique expérimentale et théorique des liquides soumis aux seules forces moléculaires. Morì a Gand nel 1883.
L’immagine: il dagherrotipo di Joseph Plateau.
L’immagine in evidenza nell’articolo è un dagherrotipo che ritrae Joseph Plateau. I dagherrotipi, ideati nel 1837 dal francese Louis Jacques Mandé Daguerre, furono la prima tecnica di produzione e sviluppo di immagini fotografiche. A differenza della fotografia su pellicola che conosciamo, che prevede lo sviluppo di un negativo e la sua stampa – duplicabile a piacere – in immagini positive, i dagherrotipi erano direttamente prodotti in positivo. Si aveva così una unica copia, su una lastra in argento o rame argentato, che nella camera oscura veniva trattata con vapori di sodio, facendo emergere l’immagine. Daguerre aveva preso l’idea da un iniziale intuizione di Joseph Nicéphore Niépce e di suo figlio.