Durante l’Angelus del 2 febbraio 2025, Papa Francesco riflette sul Vangelo, esortando alla pace e alla protezione della vita e dei bambini.
Domenica 2 febbraio 2025, in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha guidato l’Angelus, riflettendo sul Vangelo del giorno (Lc 2,22-40). Il brano evangelico racconta il momento in cui Maria e Giuseppe portano il bambino Gesù al Tempio di Gerusalemme, per presentarlo al Signore secondo la tradizione del popolo d’Israele. Tuttavia, come ha sottolineato il Santo Padre, in quell’occasione avvenne qualcosa di straordinario: due anziani, Simeone e Anna, profetizzarono sul bambino Gesù.
“Le loro voci commosse risuonano tra le vecchie pietre del Tempio,” ha dichiarato il Papa, evidenziando l’importanza di questo evento che rappresenta il compimento delle attese del popolo d’Israele. Per la prima volta, Dio si presenta non attraverso un tempio di pietra, ma nella forma umana di Gesù, una novità che, come afferma Papa Francesco, “cambia la storia del mondo.”
I tre titoli di Gesù secondo Simeone: salvezza, luce e segno di contraddizione
Papa Francesco ha poi spiegato il significato delle parole di Simeone, che descrisse Gesù con tre titoli significativi: salvezza, luce e segno di contraddizione.
- Gesù è la salvezza:
Simeone, prendendo in braccio il bambino, ha esclamato: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli” (Lc 2,30-31). Il Papa ha commentato con stupore come “la salvezza universale sia concentrata in uno solo”, ovvero in Gesù, in cui “abita tutta la pienezza di Dio” (cfr. Col 2,9). - Gesù è luce per illuminare le genti:
Simeone ha poi definito Gesù “luce per illuminare le genti” (Lc 2,32). Papa Francesco ha spiegato che questa luce è necessaria oggi più che mai, per riscattare l’umanità dalle tenebre del male, del dolore e della morte. “Quanto abbiamo bisogno, anche oggi, di luce, di questa luce!”, ha esclamato. - Gesù è segno di contraddizione:
Infine, il Santo Padre ha riflettuto sull’affermazione di Simeone secondo cui Gesù è “segno di contraddizione, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori” (Lc 2,35). Questo segno rappresenta il criterio per giudicare la storia e le vite di tutti noi: “È l’amore. Chi ama vive, chi odia muore.”
Un invito alla riflessione personale
Dopo aver meditato su questi tre titoli di Gesù, Papa Francesco ha invitato i fedeli a riflettere sulle proprie speranze e attese. “Io che cosa attendo nella mia vita? Qual è la mia grande speranza? Il mio cuore desidera vedere il volto del Signore?”, ha chiesto. Ha poi concluso questa parte dell’Angelus con una preghiera a Maria, affinché accompagni tutti “nelle luci e nelle ombre della storia”.
Giornata per la Vita e impegno per la pace
Dopo l’Angelus, Papa Francesco ha rivolto l’attenzione alla celebrazione della Giornata per la Vita in Italia, il cui tema è “Trasmettere la vita, speranza per il mondo”. Il Papa ha espresso riconoscenza alle famiglie che accolgono con gioia il dono della vita e ha incoraggiato le giovani coppie a non temere di mettere al mondo figli. Ha poi salutato il Movimento per la Vita italiano, che celebra il suo 50° anniversario.
Il Pontefice ha inoltre annunciato il Summit internazionale sui diritti dei bambini, intitolato “Amiamoli e proteggiamoli”, che si terrà il giorno successivo in Vaticano. Questo evento, da lui promosso, si propone di mettere al centro dell’attenzione globale le questioni più urgenti riguardanti i diritti e la protezione dei più piccoli.
Appello per la pace
Infine, Papa Francesco ha ribadito con forza il suo “no” alla guerra, definendola una “sconfitta che distrugge tutto”. Ha rinnovato l’appello ai governanti, specialmente a quelli di fede cristiana, affinché si impegnino nei negoziati per porre fine ai conflitti. Ha citato in particolare le situazioni critiche in Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan e Nord Kiwu. “Preghiamo per la pace,” ha esortato.
Concludendo, il Papa ha salutato tutti i presenti e i fedeli con le parole: “A tutti auguro una buona domenica. Per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”