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Giornalismo

Papa Francesco ai giornalisti: dovete vedere per capire e raccontare la realtà

Papa Francesco 15 marzo 2017

Giornalismo, l’esortazione di Papa Francesco: guardare con i propri occhi per capire e raccontare la realtà.

Così il Pontefice nel proprio messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, dal titolo «Vieni e vedi» (gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono. Il Papa ha ringraziato il coraggio di tanti giornalisti e operatori della comunicazione. Richiamando però tutti alla necessità di guardare con i propri occhi, per capire la realtà, e a non “vivere di fotocopie”, di voci e di notizie riportate da altre fonti, magari nemmeno verificate o affidabili.

Papa Francesco nel proprio messaggio spiega che “l’invito a venire e vedere, che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana”. Come i discepoli, quando vogliamo “raccontare la verità della vita che si fa storia  – Messaggio per la 54ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2020 – ” dobbiamo “uscire dalla comoda presunzione del già saputo” e metterci “in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto”.

Il pontefice cita il consiglio del Beato Manuel Lozano Garrido che così esorta i colleghi giornalisti: «Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita».

Ecco quindi la decisione di Papa Francesco di dedicare il Messaggio 2021 “alla chiamata a venire e vedere, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta”. Una limpidezza e onestà da applicare “nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale”.

Perché proprio “vieni e vedi” è “il modo con cui la fede cristiana si è comunicata” all’origine, “a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea”. Ecco quindi la necessità di un giornalismo che consuma “le suole delle scarpe”. Perché “nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona”. E perché “alcune cose si possono imparare solo facendone esperienza. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti”.

Papa Francesco: opportunità, rischi e fake news dal web e dai social network.

Il pontefice nel proprio messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali riconosce che il web “con le sue innumerevoli espressioni social, può moltiplicare la capacità di racconto e di condivisione”. Creando così “tanti occhi in più aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze”. Una “tecnologia digitale” che ci da la possibilità di una “informazione di prima mano e tempestiva, a volte molto utile”, come accade ad esempio nelle emergenze.

Web e social sono quindi “uno strumento formidabile, che ci responsabilizza tutti come utenti e come fruitori”. E ci rende tutti potenzialmente “testimoni di eventi che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali”. Anche chi non è giornalista può quindi potenzialmente contribuire alla società, a “far emergere più storie, anche positive”, raccontando e testimoniando ciò che suoi occhi vedono, e che diversamente potrebbe non  essere conosciuto.

Allo stesso tempo però, dobbiamo essere attenti ai “rischi di una comunicazione social priva di verifiche”, che può originare disinformazione e fake news. Consapevoli di “come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili”, per tante ragioni, se non persino il superficiale e pericoloso “narcisismo” di alcuni.  Che pure di darsi una importanza altrimenti non ottenibile, non si fanno scrupoli di creare o diffondere notizie false, spesso pure estremamente dannose.

Essere criticamente consapevoli di ciò non vuole però dire “demonizzare lo strumento” web e sociale. Significa invece la necessità di un maggiore “discernimento” e di “un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti”.

Perché, avverte Papa Francesco, “tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere”.

Il coraggio di tanti giornalisti.

Il Pontefice, come accennato all’inizio di questo articolo, vuole anche ringraziare “il coraggio e l’impegno di tanti professionisti – giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi”. Grazie a tale coraggio oggi possiamo ad esempio conoscere “la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo”. E “molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati”.

Allo stesso tempo  “tante guerre dimenticate sono state raccontate” ugualmente. “Sarebbe una perdita non solo per l’informazione – afferma Papa Francesco, ma per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità”. Mentre sono molte le notizie, le vicende, i drammi sociali e umanitari sui possiamo e dobbiamo essere informati. Dalla “questione dei vaccini”, alle “cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti”. Mentre affrontiamo una pandemia in cui “le differenze sociali ed economiche a livello planetario rischiano di segnare l’ordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza”.

Link Messaggio di Papa Francesco per la 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

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