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Non siamo chiusi nel passato e non siamo sigillati nel presente : il Papa indica il percorso della speranza

Papa Leone XIV non chiusi passato speranza

Nella Commemorazione dei fedeli defunti, Papa Leone XIV invita a vivere la memoria con speranza e responsabilità, riconoscendo il valore unico di ogni persona

Oggi, Domenica 2 novembre 2025,, nella Commemorazione dei fedeli defunti, Papa Leone XIV ha proposto una riflessione centrata sulla speranza, sulla dignità della persona e sul senso autentico della memoria cristiana. Ogni anno questa ricorrenza riporta il credente a interrogarsi sul destino ultimo della vita, sul significato della morte e sul perché la fede richiami continuamente alla responsabilità della memoria.

Il Pontefice ha ricordato che l’orizzonte cristiano non è la chiusura, ma l’apertura. Non siamo condizionati solo dal passato, né imprigionati nel presente. La speranza cristiana si fonda sulla convinzione che la vita ha una direzione, e che la persona umana è chiamata a una compiutezza che supera i limiti visibili del tempo.

Vita eterna : non una durata senza fine

Il Papa ha insistito sul fatto che il concetto di vita eterna è spesso frainteso. Non significa una durata cronologica infinita. Significa una qualità della vita, una pienezza che abbraccia tutta l’esistenza della persona in una dimensione che non è misurabile secondo categorie temporali. È una realtà che supera il prima e il dopo, e rimanda a una comunione di amore definitiva.

Questa prospettiva dà senso alla commemorazione dei defunti. La morte non annulla la persona, non la cancella, non la riduce a un dato anagrafico del passato. Ogni persona porta con sé una unicità irripetibile che non si dissolve. Ogni vita ha valore e continua a essere preziosa.

La visita al cimitero come gesto di fede e di umanità

In questo contesto, la visita al cimitero acquista una dimensione di fede e di umanità. Non è un gesto nostalgico né un rituale vuoto. È un atto che parla della memoria, della continuità e della speranza. In quel luogo il silenzio diventa ascolto, riflessione, riconoscimento della storia personale di ciascuno. Ogni tomba è una storia, un volto, una relazione. La fede cristiana invita a vivere questo momento non con tristezza sterile, ma con uno sguardo che apre alla vita, alla speranza e alla riconciliazione.

Ricordare i defunti significa riconoscerli ancora, non lasciarli scomparire nell’indifferenza. Significa accogliere ciò che la loro vita ha portato nel mondo. Nessuno è un numero, nessuno è una statistica. Ogni persona rappresenta un mondo intero: affetti, esperienze, errori, riconciliazioni, desideri, scelte, speranze.

La dimensione comunitaria della speranza

La speranza cristiana non è individuale, ma comunitaria. La Chiesa accompagna le persone nel loro cammino, nella vita e nella morte. La comunità cristiana porta nella preghiera tutti coloro che hanno amato, conosciuto, incontrato. Ogni vita custodita nella memoria della comunità resta viva in un legame che non si spezza.

La fede invita a guardare oltre la dimensione biologica. La persona umana è più del suo corpo. L’identità è relazione, libertà, apertura. La speranza cristiana non è evasione ma responsabilità. Se la vita ha un destino, allora anche il presente acquista un peso. Non si vive solo per l’oggi, ma per ciò che l’oggi prepara.

Sguardo al mondo e responsabilità verso i popoli che soffrono

La riflessione del Papa si è poi allargata alle ferite del mondo. In diversi Paesi le popolazioni vivono drammi fatti di violenza, povertà, conflitti armati, instabilità politica. Il Papa ha espresso preoccupazione per le situazioni nelle quali donne, bambini e civili innocenti pagano il prezzo più alto, e ha richiamato con forza la necessità di vie diplomatiche concrete, dialogo, cessazione della violenza e corridoi umanitari.

La speranza cristiana non è disincarnata. È concreta e guarda alla sofferenza degli altri. Chiede impegno, chiama alla responsabilità, invita a non rassegnarsi al male. Se il futuro non è già determinato, allora può essere cambiato. Ed è un dovere farlo.

Il messaggio del Papa è chiaro: la commemorazione dei defunti non è un evento nostalgico. È un atto di speranza. La memoria cristiana non blocca, apre. L’annuncio è che siamo fatti per una pienezza che trascende i limiti del tempo. Questa consapevolezza cambia lo sguardo sulla vita quotidiana. Invita a riconoscere il valore di ogni persona, viva o defunta, e a leggere la realtà non come chiusura, ma come percorso per una pienezza più grande.

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