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Papa Leone XIV alle equipe sinodali : la Chiesa è missione, ascolto e comunione

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Papa Leone XIV richiama il Giubileo delle equipe sinodali come occasione per rinnovare lo stile di partecipazione della Chiesa.

Un incontro centrale per il cammino sinodale

Il 24 ottobre 2025 Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza, nell’Aula Paolo VI, i partecipanti al Giubileo delle equipe sinodali e degli organismi di partecipazione. L’evento ha riunito rappresentanti provenienti da ogni parte del mondo, sottolineando il valore universale del cammino sinodale che la Chiesa sta portando avanti.

L’incontro ha rappresentato un momento di svolta: non solo riflessione, ma anche azione concreta per dare forma a una Chiesa che cammina insieme, superando logiche individualistiche o di potere e aprendosi a una corresponsabilità autentica.

Missione, ascolto e comunione

Nel suo intervento, Papa Leone XIV ha messo al centro tre parole che riassumono il significato della sinodalità: missione, ascolto e comunione.

La missione è stata presentata come dimensione essenziale: la Chiesa non può limitarsi a custodire se stessa, ma deve uscire verso le periferie, diventando ponte tra popoli, culture e religioni.

L’ascolto è stato indicato come stile da coltivare nelle comunità: non un semplice raccogliere opinioni, ma un esercizio di attenzione profonda allo Spirito e alle esperienze vissute dai fedeli.

La comunione, infine, è la meta e il frutto della sinodalità: una Chiesa che, pur nella diversità dei carismi e delle culture, rimane unita nella stessa fede e nello stesso cammino.

La partecipazione come stile permanente

Il Pontefice ha chiarito che la sinodalità non deve essere vista come un progetto temporaneo o una “campagna” con scadenze, ma come uno stile permanente di essere Chiesa.

Gli organismi di partecipazione e le equipe sinodali sono chiamati a diventare laboratori di corresponsabilità, dove ciascun membro della comunità – laici, religiosi, sacerdoti, giovani e donne – possa contribuire al discernimento e alle decisioni ecclesiali.

Conversione delle relazioni

Uno dei punti centrali dell’udienza è stato l’invito a “convertire le relazioni”. La sinodalità, infatti, non riguarda solo le strutture, ma soprattutto il modo in cui i cristiani si rapportano tra loro.

Papa Leone XIV ha sottolineato la necessità di passare da relazioni dominate dal potere o dalla competizione a relazioni di servizio, collaborazione e accompagnamento. Questa conversione, ha detto, è il vero segno che la Chiesa sta vivendo un processo sinodale autentico.

Le sfide della sinodalità oggi

Il cammino sinodale deve affrontare sfide significative:

  • evitare il rischio che la sinodalità si riduca a una semplice somma di opinioni;

  • custodire le differenze culturali e liturgiche come ricchezza e non come ostacolo;

  • garantire che la partecipazione sia reale e non solo formale;

  • affrontare con coraggio i nodi legati alla giustizia sociale, alla pace e alla sostenibilità, mostrando che la Chiesa è presente nelle sfide concrete del mondo.

Una Chiesa ponte tra culture e religioni

Il Papa ha invitato a guardare oltre i confini interni e a riconoscere che la sinodalità autentica diventa anche un segno per la società. Una Chiesa che sa vivere la comunione e il rispetto delle diversità diventa infatti un modello di convivenza per il mondo intero, contribuendo al bene comune.

In questo senso, la missione non è solo evangelizzazione, ma anche testimonianza concreta di solidarietà, giustizia e pace.

Conclusione : sinodalità come vocazione permanente

L’udienza del 24 ottobre ha rappresentato un momento di forte richiamo per la Chiesa intera. Missione, ascolto e comunione non sono slogan, ma pilastri su cui costruire lo stile ecclesiale del presente e del futuro.

Gli organismi di partecipazione e le equipe sinodali, protagonisti di questo Giubileo, hanno il compito di rendere viva e concreta questa visione, traducendola in gesti quotidiani di corresponsabilità e di servizio.

Papa Leone XIV ha così indicato la rotta: una Chiesa che cammina insieme, aperta al mondo, capace di ascoltare e di includere, radicata nell’unica comunione che la rende testimone credibile di speranza.

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