Un recente studio su circa 400 lavoratori conferma : il mobbing riduce performance e benessere, prevenzione e ambienti sani possono annullarne gli effetti.
Roma, 2 luglio 2025 — Il fenomeno del mobbing continua a rappresentare una delle sfide più complesse e sottovalutate per il mondo del lavoro. Un recente studio condotto su un campione di 388 lavoratori ha confermato quanto il mobbing, inteso come insieme di comportamenti persecutori e vessatori sul luogo di lavoro, possa incidere in modo pesantissimo non solo sul benessere psicofisico delle persone, ma anche sui risultati delle organizzazioni.
Secondo la ricerca, i livelli elevati di mobbing si associano a una diminuzione significativa della performance individuale, con ripercussioni dirette sulla produttività aziendale complessiva. Vittime di mobbing si trovano spesso a sperimentare un calo di motivazione, senso di isolamento, ansia, depressione e demotivazione che possono compromettere gravemente l’efficacia lavorativa e innescare un circolo vizioso di scarso rendimento e tensioni continue.
La centralità del benessere aziendale
Il dato più rilevante emerso dallo studio è che un ambiente di lavoro sano, basato su relazioni positive, comunicazione aperta, ascolto reciproco e leadership etica, è in grado di neutralizzare quasi del tutto gli effetti negativi del mobbing.
In altre parole, la ricerca ha dimostrato che le politiche di benessere organizzativo possono fungere da scudo protettivo: quando i lavoratori percepiscono di essere valorizzati, rispettati e ascoltati, anche eventuali episodi di mobbing non riescono a radicarsi e a danneggiare la performance generale.
Questo elemento è cruciale per i datori di lavoro e per i responsabili delle risorse umane, perché evidenzia che la prevenzione del mobbing non passa solo per norme repressive o per l’azione disciplinare, ma soprattutto per la costruzione di una cultura aziendale sana e inclusiva.
Conseguenze economiche e sociali
Il mobbing, infatti, non comporta solo sofferenze personali. Porta con sé anche costi economici importanti: aumento del turnover, assenteismo, cause legali, perdita di know-how, clima lavorativo negativo. Tutto questo può compromettere la competitività di un’impresa, incidere sulla reputazione aziendale e generare danni sociali più ampi, come la diffusione di sfiducia e malessere anche nelle famiglie e nelle comunità locali.
Investire in politiche di benessere, favorendo percorsi di formazione, sensibilizzazione e supporto psicologico, è quindi una strategia vincente per ridurre queste conseguenze e promuovere ambienti di lavoro più sereni e produttivi.
Il ruolo della comunità aziendale
Oltre agli interventi diretti sulla leadership e sui processi organizzativi, lo studio evidenzia come anche la solidarietà tra colleghi sia un fattore di protezione fondamentale. La presenza di gruppi di lavoro coesi, in cui prevalgono il rispetto reciproco e la disponibilità a collaborare, riduce in modo significativo la possibilità che si sviluppino dinamiche di mobbing. Rafforzare il senso di comunità e l’identità aziendale condivisa aiuta a costruire un ambiente nel quale la dignità di ogni lavoratore sia tutelata e valorizzata.
Prevenzione e formazione
Lo studio ha anche ribadito l’importanza della formazione manageriale: i capi e i responsabili di team possono giocare un ruolo decisivo nel riconoscere i segnali precoci del mobbing e intervenire tempestivamente, prima che il fenomeno degeneri.
Strumenti come i corsi di leadership etica, la promozione di canali di ascolto e la definizione di codici di comportamento chiari sono indicati come pratiche fondamentali per prevenire episodi di bullismo organizzativo.
Uno sguardo al futuro
Il tema del mobbing, conclude la ricerca, dovrà restare al centro dell’agenda sia politica che imprenditoriale. L’obiettivo è garantire a tutti i lavoratori la possibilità di svolgere la propria attività in un ambiente rispettoso e sicuro, valorizzando il potenziale umano e riducendo al minimo i fattori di rischio psicosociale.
La sfida è aperta, ma la strada tracciata è chiara: puntare sul benessere aziendale e sulla qualità delle relazioni significa difendere non solo la dignità dei lavoratori, ma anche la solidità economica delle imprese.