A Palazzo Chigi, Italia e Danimarca annunciano un’iniziativa congiunta per rafforzare la gestione della migrazione e la sicurezza dei cittadini europei.
ROMA, 22 maggio 2025 – Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accolto a Palazzo Chigi il Primo Ministro del Regno di Danimarca, Mette Frederiksen, in un incontro che ha confermato la profonda sintonia tra i due Paesi, nonostante differenze geografiche e appartenenze politiche differenti. Al termine del colloquio, le due leader hanno rilasciato dichiarazioni congiunte alla stampa, annunciando una nuova iniziativa politica europea in tema di migrazione e convenzioni internazionali.
Una collaborazione pragmatica e concreta
«Sono molto contenta di dare di nuovo il benvenuto a Palazzo Chigi al Primo Ministro danese Mette Frederiksen, la mia amica Mette», ha esordito Meloni. Il tono confidenziale ha introdotto un discorso improntato al realismo politico e alla volontà di affrontare insieme le sfide globali. La Premier ha sottolineato come il dialogo con la Danimarca sia stato sempre orientato alla concretezza:
«Con Mette è facile, è una persona che non ama perdersi in chiacchiere, è una persona molto operativa».
Meloni ha anche evidenziato l’efficacia del confronto tra due Paesi «geograficamente abbastanza distanti» e due leader «che sulla carta dovrebbero essere politicamente distanti», ma uniti da uno stesso obiettivo: «dare risposte ai cittadini».
Dialogo trasversale e leadership femminile in Europa
L’incontro tra Giorgia Meloni e Mette Frederiksen ha offerto anche un’immagine forte di leadership femminile pragmatica e determinata nel contesto europeo. Le due premier, pur provenendo da esperienze e famiglie politiche differenti, hanno dimostrato come sia possibile costruire alleanze fondate sulla concretezza, su una visione condivisa dell’efficacia dell’azione pubblica e sulla responsabilità verso i cittadini. «Penso che la nostra collaborazione sia molto proficua proprio perché i nostri punti di osservazione sono diversi», ha detto Meloni, mettendo in evidenza la capacità di unire competenze e sensibilità differenti in un’ottica di governance europea rinnovata e inclusiva.
Ucraina : pace giusta e responsabilità
Un tema centrale del confronto è stato il conflitto in Ucraina. Il Presidente del Consiglio ha ribadito l’unità di intenti con la Danimarca a favore di una «pace giusta e duratura». Ha anche voluto ringraziare direttamente il Presidente ucraino Zelensky:
«Dobbiamo ringraziare il Presidente Volodymyr Zelensky […] per aver dimostrato con chiarezza la sua sincera volontà di perseguire la pace».
Meloni ha sottolineato che l’Italia percepisce l’effetto del conflitto in chiave mediterranea, mentre la Danimarca avverte maggiormente il rischio diretto dal fronte russo. Due prospettive diverse, ma «le preoccupazioni dell’uno sono anche le preoccupazioni dell’altro».
Migrazione e difesa dei confini europei
Un altro pilastro del vertice è stato il dossier migratorio. Italia e Danimarca, insieme ai Paesi Bassi, collaborano regolarmente in un gruppo informale che si riunisce a margine dei Consigli europei per discutere soluzioni innovative. Giorgia Meloni ha ricordato alcuni risultati già ottenuti:
«Penso alla lista europea dei Paesi sicuri, penso alla necessità di anticipare alcuni passaggi in particolare del Patto di migrazione e asilo, penso al nuovo regolamento sui rimpatri».
La collaborazione tra Paesi con approcci diversi, ha ribadito, sta dando risultati concreti, e l’incontro è stato l’occasione per lanciare una nuova iniziativa politica condivisa.
Verso una revisione delle convenzioni europee
Al centro dell’annuncio più rilevante della giornata, Meloni ha presentato una lettera politica già sottoscritta dai leader di Italia, Danimarca, Austria, Belgio, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Repubblica Ceca. L’obiettivo è aprire una riflessione seria sulla capacità delle convenzioni europee, come quella per i diritti dell’uomo, di rispondere ai problemi contemporanei.
«Il nostro obiettivo non è indebolire le Convenzioni […] ma rafforzarle, cioè renderle più capaci di dare risposte al tempo in cui viviamo».
Il premier ha anche citato il paradosso di alcune sentenze che impediscono l’espulsione di immigrati colpevoli di reati gravi:
«Di fronte a interpretazioni di questo genere dobbiamo chiederci se quei testi e quelle interpretazioni siano effettivamente in grado di rispondere alle esigenze sentite dai cittadini».
La proposta è aperta e invita tutti i partner europei a contribuire al dibattito:
«Vogliamo aprire una riflessione seria, vogliamo aprire una riflessione coraggiosa […]. È l’unico modo per rendere più efficaci gli strumenti dei quali disponiamo».