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Il cardinale Mamberti : Papa Francesco testimone di amore, adorazione e fedeltà

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Il porporato celebra nella Basilica di San Pietro l’ultima Messa dei Novendiali in suffragio del pontefice scomparso: «Papa Francesco ha servito il Popolo di Dio fino all’estremo consumo delle sue forze, sostenuto dall’amore di Cristo»

Un momento solenne e di profonda spiritualità nella Basilica di San Pietro.

Ieri, Domenica 4 maggio 2025, nella Basilica di San Pietro, si è tenuta la Santa Messa del IX giorno dei Novendiali in suffragio di Papa Francesco, celebrata dal cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Un momento di intensa spiritualità, partecipato da numerosi cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli, che hanno voluto rendere omaggio al pontefice scomparso.

La celebrazione ha seguito la liturgia della III domenica di Pasqua, offrendo un’occasione privilegiata per rileggere la vita e il pontificato di Papa Francesco alla luce del Vangelo proclamato (Gv 21,1-19), incentrato sull’incontro tra Gesù risorto e Pietro sulle rive del lago di Tiberiade.

“Seguimi”: la missione di Pietro e quella di Papa Francesco

Il cardinale Mamberti ha iniziato l’omelia sottolineando il significato profondo del brano evangelico, che richiama anche la prima chiamata degli apostoli narrata da Luca. In entrambi i casi, è Gesù a prendere l’iniziativa, chiamando i suoi discepoli a una missione che si fonda sull’amore e sulla fiducia, anche attraverso le fragilità umane.

«L’amore è la parola chiave di questa pagina evangelica», ha affermato il cardinale, ricordando come il discepolo amato – Giovanni – sia il primo a riconoscere Gesù e come Pietro, impetuoso e segnato dal passato tradimento, si getti in acqua per raggiungere il Maestro.

L’evangelista narra quindi il triplice dialogo tra Gesù e Pietro: tre domande, tre risposte, un perdono e una chiamata a pascere il gregge. Il cardinale ha citato Papa Benedetto XVI, che in un suo commento aveva spiegato come Gesù si adegui alla debolezza di Pietro, accettando il suo amore imperfetto.

«È proprio questo adeguamento divino a dare speranza al discepolo», ha detto Mamberti, «così come Papa Francesco ci ha insegnato che la vera forza nasce dall’umiltà e dalla consapevolezza della propria fragilità».

L’esempio pastorale di Francesco, fino alla fine

L’omelia ha poi fatto memoria del pontificato di Papa Francesco, mettendone in luce la dedizione totale al servizio della Chiesa e dell’umanità.

«Abbiamo tutti ammirato quanto Papa Francesco, animato dall’amore del Signore e portato dalla Sua grazia, sia stato fedele alla sua missione fino all’estremo consumo delle sue forze», ha dichiarato il cardinale Mamberti.

Il porporato ha ricordato di essere stato accanto al Papa durante l’ultima Pasqua, testimone della sua sofferenza fisica, ma anche del suo coraggio e della sua determinazione: «Ha ammonito i potenti che bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini, e ha proclamato all’umanità la gioia del Vangelo, il volto misericordioso del Padre, Cristo Salvatore».

La centralità dell’adorazione nella vita cristiana

Riprendendo la seconda lettura, tratta dall’Apocalisse di San Giovanni, il cardinale ha sottolineato il valore dell’adorazione, spesso trascurato nel nostro tempo.

«Papa Francesco ci ha ricordato con forza che senza adorazione non si può costruire una vera relazione con Dio. Riscoprire l’adorazione significa piegare le ginocchia e il cuore davanti al Mistero, come fecero i Magi a Betlemme», ha detto, citando l’omelia del Papa per l’Epifania del 2024.

Mamberti ha indicato l’adorazione come uno degli elementi fondanti del magistero e della spiritualità di Papa Francesco: una spiritualità contemplativa, radicata negli esercizi ignaziani e nella preghiera silenziosa, che trovava espressione concreta anche nei gesti simbolici.

La devozione a Maria: le 126 soste davanti alla Salus Populi Romani

L’omelia si è conclusa con un commosso richiamo alla devozione mariana del Papa. In particolare, il cardinale ha ricordato le 126 visite del Santo Padre all’icona della Salus Populi Romani, nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

«Tutto ciò che faceva, lo faceva sotto lo sguardo di Maria. Ora che riposa vicino all’amata Immagine, lo affidiamo con gratitudine e fiducia all’intercessione della Madre del Signore e Madre nostra», ha concluso Mamberti.

Un lungo applauso ha accompagnato la fine dell’omelia, in un clima di raccoglimento, memoria e speranza, con lo sguardo rivolto a quel Gesù che, anche a ciascuno di noi, continua a dire: “Seguimi”.

Immagine: elaborazione artistica con Intelligenza Artificiale.

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