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Pasqua 2025, omelia di Papa Francesco : Cristo risorto è il tutto della nostra vita

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Nella Messa di Pasqua 2025 a San Pietro, Papa Francesco invita a cercare Cristo nel vivo della vita quotidiana. Omelia letta da Comastri: Cristo risorto è il cuore della fede, la sorgente di speranza.

“Cristo risorto è il tutto della nostra vita”: con questa affermazione essenziale e profonda, Papa Francesco ha consegnato ai fedeli il cuore del suo messaggio per la Domenica di Pasqua 2025. L’omelia è stata letta dal cardinale Angelo Comastri durante la Santa Messa del Giorno nella Piazza San Pietro, mentre il Pontefice, pur presente, ha preferito non parlare direttamente, a causa delle sue condizioni di salute. Un gesto di sobrietà e presenza spirituale che non ha sminuito la forza delle sue parole, scritte con la cura e la passione che lo contraddistinguono.

Il dinamismo della fede: la corsa verso il Risorto

L’immagine dominante dell’omelia è quella della corsa: Maria di Magdala, Pietro e Giovanni non camminano, corronoverso il sepolcro. Non si tratta solo di una corsa fisica, ma di una spinta interiore, di un movimento del cuore, che Francesco trasforma in chiave simbolica ed esistenziale.

“I protagonisti dei racconti della Pasqua corrono tutti! E questo ‘correre’ esprime […] la spinta del cuore, l’atteggiamento interiore di chi si mette alla ricerca di Gesù.”

La risurrezione non lascia il cuore fermo, rassegnato o disilluso. Invita a cercare, a non restare nel passato, a uscire dai sepolcri esistenziali. Il Papa sottolinea con forza che Cristo non si trova più nel sepolcro, e che dunque non può essere relegato alla memoria storica, a un culto del passato, a una statua in un museo.

“Non si può fare di Lui un eroe del passato. Bisogna cercarlo altrove.”

Cristo è vivo e presente nella vita concreta, nelle relazioni, nei volti, nel dolore e nella gioia. Questa ricerca continua è il senso della fede pasquale.

Una fede viva che genera speranza

L’omelia si muove nella tensione tra assenza e presenza, tra la perdita del Signore e la sua ritrovata vicinanza. Maria Maddalena, esempio di amore fedele, vive l’angoscia del vuoto, ma non si ferma. Va, corre, cerca. E nella ricerca, incontra il Risorto. Papa Francesco propone questa esperienza come modello per tutti.

“Ogni giorno possiamo fare l’esperienza di perdere il Signore, ma ogni giorno noi possiamo correre per cercarlo ancora, sapendo con certezza che Egli si fa trovare.”

La Pasqua, allora, non è solo un evento liturgico, ma un’esperienza esistenziale da vivere ogni giorno, nelle fragilità e nelle contraddizioni. Da qui nasce la speranza:

“Cristo vince le nostre oscurità e vincerà le tenebre del mondo.”

Il cristianesimo è Cristo

Il Papa cita un grande teologo del XX secolo, Henri de Lubac, per ribadire l’essenzialità della fede cristiana:

“Il cristianesimo è Cristo. No, veramente, non c’è nient’altro che questo. In Cristo noi abbiamo tutto.”

È un’affermazione che va contro ogni tentazione di ridurre la fede a un’etica, a una dottrina astratta o a un’appartenenza sociologica. Cristo è il centro vivo e personale, da cui nasce ogni senso e ogni missione. La novità pasquale non è quindi un’aggiunta, ma un ritorno all’essenziale: Cristo risorto è il tutto della nostra vita.

Il Giubileo come occasione di rinascita

Papa Francesco lega il messaggio pasquale al Giubileo del 2025, che sarà un tempo di grazia per tutta la Chiesa. Nella sua visione, il Giubileo non è solo celebrazione o evento, ma opportunità di rinnovamento interiore, di riconciliazione e di speranza per l’umanità ferita.

“Il Giubileo ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza […] ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell’umanità.”

In un’epoca segnata da crisi ambientali, guerre, solitudini e ansie collettive, il Papa propone la corsa verso Cristo come cammino per ricominciare.

Il silenzio eloquente del Papa

La scelta di non pronunciare personalmente l’omelia, ma di farla leggere dal cardinale Comastri, è coerente con lo stile di Francesco: dare spazio alla Parola più che alla voce. Le sue condizioni fisiche, infatti, sono state caratterizzate da affaticamento respiratorio e prudenza medica, ma non da un aggravamento preoccupante.

Papa Francesco continua a lavorare, anche nel silenzio, seguendo da vicino la preparazione del Giubileo, ricevendo ambasciatori e autorità, e mantenendo la sua presenza spirituale nelle grandi celebrazioni. Il suo ministero, anche quando si esprime nella fragilità, resta profondamente pastorale e incisivo.

Tutto è nuovo, tutto ricomincia

L’omelia si conclude con una preghiera poetica ispirata a don Antonio Zarri, che riassume la visione spirituale della Pasqua come rinnovamento radicale:

“Scrostaci, o Dio, la triste polvere dell’abitudine […] dacci la gioia di svegliarci, ogni mattino, con occhi stupiti.”

Con Cristo, tutto può rinascere. La Pasqua non è una parentesi luminosa in mezzo al buio, ma la porta aperta alla novità perenne della vita.

“Con Te, o Signore, tutto è nuovo. Con Te, tutto ricomincia.”

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