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Vita su Marte ? Il carbonio rilevato potrebbe esserne la prova

Vita su Marte carbonio prova

Le analisi delle rocce marziane mostrano la presenza di carbonio organico, elemento fondamentale per la vita. Indizi a favore di una possibile forma di esistenza passata su Marte, nel dialogo tra scienza, filosofia e fede.

Una delle domande più affascinanti che l’umanità si pone da secoli è questa: siamo soli nell’universo? Ora, nuove scoperte scientifiche riaccendono il dibattito, non solo tra gli scienziati, ma anche tra filosofi, teologi e appassionati di cosmologia. Sul pianeta Marte, infatti, sono state rilevate tracce significative di carbonio organico, un elemento considerato essenziale per la vita.

Queste tracce non sono casuali: si trovano all’interno di rocce sedimentarie formatesi in ambienti umidi, come i fondali di antichi laghi o mari. La loro composizione chimica, unita alla presenza di minerali solfati e argille, suggerisce che Marte, in un passato lontano, potrebbe aver avuto le condizioni necessarie per ospitare forme di vita elementare, come i microrganismi.

Il carbonio come prova della possibilità di vita su Marte

Sulla Terra, il carbonio organico è alla base di tutte le forme viventi. La sua presenza in un altro pianeta, dunque, non può lasciare indifferenti. Sebbene non rappresenti di per sé una prova definitiva dell’esistenza di vita extraterrestre, è un indizio importante, che rafforza l’idea che la vita, o qualcosa di simile, possa essere emersa anche altrove.

Alcuni scienziati suggeriscono che queste molecole potrebbero avere origini geochimiche, cioè derivare da reazioni naturali avvenute nel sottosuolo marziano. Altri ipotizzano un’origine atmosferica, oppure – ed è questa l’ipotesi più stimolante – una possibile origine biologica, frutto cioè di processi vitali antichi e ora estinti.

La composizione e la disposizione di questi composti nelle rocce suggeriscono che non si tratti di semplici contaminazioni, ma di resti preservati nel tempo. La scoperta, dunque, non è solo scientificamente rilevante, ma ci tocca anche dal punto di vista culturale e spirituale.

Una domanda che interpella anche la fede

Per chi guarda al cosmo con gli occhi della fede, queste scoperte non sono un ostacolo, ma uno stimolo alla contemplazione. L’idea che Dio possa aver creato la vita anche altrove nell’universo non è in contrasto con la dottrina cristiana. Al contrario, può essere vista come una manifestazione ulteriore della sua grandezza e libertà creativa.

La fede non teme la scienza, se è autentica. E la scienza, se resta aperta al mistero, non esclude la possibilità che la vita sia più diffusa di quanto pensiamo, né che l’universo stesso abbia un senso e una direzione che sfuggono alla sola analisi empirica.

Come ricordava san Giovanni Paolo II, «fede e ragione sono come le due ali con cui lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità». La scoperta del carbonio su Marte è una di quelle tappe che invita a usare entrambe le ali.

Verso nuove scoperte

Nel prossimo futuro, i campioni raccolti da Marte verranno riportati sulla Terra per essere analizzati con strumenti molto più avanzati. L’obiettivo è rispondere con maggiore certezza a una domanda che ha attraversato i secoli: la vita è un fenomeno unico della Terra o una realtà diffusa nel cosmo?

Se un giorno si arrivasse a trovare una prova diretta di vita passata – anche solo microbica – su Marte, la portata sarebbe enorme. Non tanto per il clamore mediatico, quanto per il valore culturale, filosofico e spirituale: ci obbligherebbe a riconsiderare la nostra posizione nel creato, come parte di una realtà più complessa, che forse solo Dio conosce appieno.

Fonte: vedi pure su SRM – Science and Religion in Media l’articolo Carbonio su Marte : tracce di una possibile vita precedente ?

Immagine: elaborazione grafica artificiale con IA.

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