Durante la Santa Messa del Crisma del Giovedì Santo, l’omelia del Papa – letta dal cardinale Calcagno – ha indicato il sacerdozio come servizio giubilare al popolo, in un tempo di speranza, conversione e rinnovamento
Giovedì 17 aprile 2025, Giovedì Santo, si è celebrata nella Basilica di San Pietro la Santa Messa del Crisma, una delle celebrazioni liturgiche più significative della Settimana Santa, durante la quale i sacerdoti rinnovano le promesse dell’Ordinazione e vengono benedetti gli oli santi. Quest’anno, a causa della convalescenza di Papa Francesco, l’omelia è stata letta dal Cardinale Domenico Calcagno, su incarico dello stesso Pontefice.
L’intervento, profondamente spirituale e denso di riferimenti scritturistici, ha posto al centro la figura del sacerdote come servitore del popolo e testimone della speranza. Il Papa ha voluto collegare l’annuncio del Giubileo del 2025 con la missione di ogni presbitero: “Il nostro sacerdozio diventa un ministero giubilare, come quello di Cristo, silenzioso ma efficace, radicato nel Vangelo”.
Gesù, cardine della speranza
L’omelia si apre con una riflessione cristologica tratta dall’Apocalisse: «L’Alfa e l’Omega, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente» (Ap 1,8). Il Papa evidenzia che la speranza cristiana non è astratta, ma ha la carne come cardine: “La carne di Gesù e la nostra”, ha scritto Francesco. Ed è proprio in questa carne che si rivela l’amore crocifisso che dissolve le paure apocalittiche.
Leggere la propria vita alla luce di Cristo
Il Pontefice ha esortato i sacerdoti a non fuggire dalla propria storia, ma a leggerla in Cristo:
“Anche noi sacerdoti abbiamo una storia […] Chiediamoci: sto imparando a leggere la mia vita? Oppure ho paura a farlo?”
Questo processo interiore si compie solo lasciandosi istruire da Gesù, che trasforma il ministero in una via di giubileo quotidiano, una prossimità che ristora il popolo. E ha ribadito che il sacerdozio non è dominio, ma servizio:
“Gesù legge e ci insegna a leggere il sacerdozio ministeriale come puro servizio al popolo sacerdotale[…] una città che non ha bisogno di tempio”.
“Credere che Dio non fallisce con me”
In un passaggio centrale, Papa Francesco ha invitato ogni sacerdote a riscoprire la Parola che ha segnato la propria vocazione e a lasciarsi nuovamente evangelizzare:
“Credere, sì! Credere che Dio non fallisce con me! Dio non fallisce mai”.
Questa fiducia si traduce in dedizione radicale e gratuita, dove le parole si fanno realtà e testimonianza concreta:
“Non c’è grazia, non c’è Messia, se le promesse restano promesse, se quaggiù non diventano realtà. Tutto si trasforma”.
Il sacerdozio come annuncio giubilare
Papa Francesco ha poi sottolineato che la missione sacerdotale è una vocazione a liberare, guarire e annunciare:
“È l’opera di Dio, non la nostra: portare ai poveri un lieto messaggio, ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista, la libertà agli oppressi”.
Tale compito si inserisce nella preparazione del Giubileo 2025, che sarà un tempo di grazia per tutta la Chiesa. I sacerdoti sono chiamati ad abbandonare il clericalismo e ad accogliere lo Spirito che anima il popolo e riconduce al Vangelo vissuto.
La salute del Papa: miglioramenti costanti e attività in ripresa
Nonostante la mancata presenza personale all’altare, Papa Francesco continua a seguire da vicino la vita della Chiesa. Dimesso dal Policlinico Gemelli il 23 marzo 2025, il Pontefice prosegue la convalescenza presso Casa Santa Marta, dove svolge fisioterapia motoria e respiratoria. Secondo gli ultimi aggiornamenti ufficiali, le sue condizioni mostrano costanti miglioramenti:
-
L’uso dell’ossigeno ad alti flussi è ridotto e limitato alle ore serali, per supporto terapeutico.
-
Papa Francesco riesce ora a camminare con maggiore stabilità, a parlare con chiarezza e a riprendere alcuni impegni pastorali.
-
Ha incontrato nei giorni scorsi i vertici del Policlinico Gemelli in Vaticano per esprimere riconoscenza per l’assistenza ricevuta.
Il Giubileo del 2025: segni di speranza
Il prossimo Anno Santo sarà aperto ufficialmente il 24 dicembre 2024 con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro. Indetto con la Bolla “Spes non confundit”, il Giubileo 2025 si presenta come un’occasione di rinnovamento spirituale e sociale, sotto il segno della speranza cristiana.
Tra i momenti più significativi:
-
Il 27 aprile 2025: canonizzazione del beato Carlo Acutis durante il Giubileo degli Adolescenti.
-
Il 3 agosto 2025: canonizzazione del beato Pier Giorgio Frassati in chiusura del Giubileo dei Giovani.
(Fonti: Wikipedia – Giubileo 2025)
Papa Francesco ha più volte ribadito che la Chiesa deve tornare a essere casa aperta, dove ogni uomo e donna può trovare consolazione e riconciliazione.
Conclusione: popolo della speranza, pregate per la gioia dei sacerdoti
L’omelia del Papa per la Messa del Crisma 2025 si chiude con un accorato invito ai fedeli:
“Cari fedeli, popolo della speranza, pregate oggi per la gioia dei sacerdoti. […] Dio ha tanto amato il mondo da dare a noi il suo Figlio, Gesù. Egli unge le nostre ferite e asciuga le nostre lacrime”.
Un appello che risuona nel cuore di questo tempo pasquale e che accompagna il cammino verso il Giubileo, chiamando ognuno – sacerdoti e laici – a diventare testimoni di una speranza che non delude.