Durante il Giubileo degli Artisti 2025, Papa Francesco ha esortato il mondo della cultura a essere testimone di speranza e bellezza autentica, capace di trasformare la realtà e illuminare le coscienze.
Nonostante il ricovero al Policlinico Gemelli, il Santo Padre ha voluto far sentire la sua vicinanza al mondo dell’arte e della cultura attraverso un’omelia letta dal Cardinale Tolentino de Mendonça nella Basilica di San Pietro. Un invito agli artisti a essere custodi della bellezza e testimoni della speranza.
Nella mattina del 16 febbraio 2025, nella Basilica di San Pietro, si è celebrato il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, un evento significativo nell’ambito dell’Anno Santo. La Santa Messa, presieduta dal Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, ha rappresentato un momento di profonda riflessione sulla vocazione dell’arte e sul suo ruolo nella società contemporanea.
A causa del ricovero del Papa al Policlinico Gemelli, il Cardinale ha dato voce al messaggio preparato dal Santo Padre, un’omelia intensa che ha toccato temi fondamentali per il mondo della cultura e dell’arte, con un forte richiamo alla missione degli artisti come testimoni delle Beatitudini e creatori di speranza.
L’arte come via per la speranza e il discernimento
Papa Francesco ha voluto richiamare il potere trasformativo dell’arte, partendo dal Vangelo delle Beatitudini (Luca 6,20-25). L’arte, ha sottolineato il Santo Padre, non è un lusso, ma una necessità dello spirito, un ponte tra il dolore e la speranza, una forza capace di illuminare le coscienze e trasformare la società.
In un mondo segnato da guerre, crisi economiche e profonde inquietudini, il Papa ha invitato gli artisti a essere custodi della bellezza che sa chinarsi sulle ferite del mondo, a dare voce agli emarginati, a trasformare la sofferenza in speranza e a risvegliare le coscienze.
Rivolgendosi ai creatori di cultura, il Pontefice ha evidenziato come essi siano chiamati a discernere le risonanze del nostro tempo, distinguendo tra “canti di sirene” che ingannano e richiami autentici della nostra umanità più vera. Un’arte autentica, ha detto il Papa, è sempre un incontro con il mistero, una ricerca della verità che non si ferma alla superficie.
Un messaggio per gli artisti: costruire ponti, non muri
Uno dei passaggi più significativi dell’omelia ha riguardato il ruolo sociale dell’arte. Papa Francesco ha osservato come la nostra epoca sia caratterizzata dall’innalzarsi di nuovi muri, che alimentano divisioni e incomprensioni. Gli artisti, invece, sono chiamati a costruire ponti, a favorire il dialogo e l’incontro, a illuminare le menti e a scaldare i cuori.
Questa missione si manifesta attraverso ogni forma d’arte: dalla pittura alla musica, dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro. Ogni espressione artistica, se autentica, diventa un linguaggio universale capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano.
Il Santo Padre ha poi ricordato le parole del poeta Gerard Manley Hopkins, secondo il quale “il mondo è carico della grandezza di Dio”. Gli artisti sono coloro che devono scoprire e rivelare quella grandezza nascosta, affinché il mondo possa percepirne la bellezza e la sacralità.
La bellezza come responsabilità e vocazione
Papa Francesco ha concluso il suo messaggio con un’esortazione forte e chiara: l’arte non è mai solo estetica, ma è responsabilità e vocazione. L’artista profetico non si accontenta della superficialità, ma si immerge nella profondità dell’esperienza umana, senza temere il dolore, la complessità e l’incertezza.
Nel Vangelo, ha ricordato il Papa, Gesù proclama beati i poveri, gli afflitti, i miti, i perseguitati. Questa logica capovolta è la stessa a cui l’arte è chiamata a rispondere. Gli artisti non devono temere di rischiare, di interrogare, di cercare con inquietudine, perché la vera arte non è mai comoda, ma è una sfida, un invito all’azione, un grido che richiama alla speranza.
“La speranza non è un’illusione; la bellezza non è un’utopia; il vostro dono non è un caso, è una chiamata. Rispondete con generosità, con passione, con amore.”
Conclusione: un Giubileo di ispirazione per il futuro
Il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura 2025 si è rivelato un momento di grande ispirazione per i partecipanti, un’occasione per riflettere sul valore dell’arte come strumento di cambiamento e testimonianza della fede.
L’assenza fisica del Papa, ricoverato al Policlinico Gemelli, non ha impedito che il suo messaggio arrivasse con forza e chiarezza, spronando gli artisti a essere luce in un mondo che ne ha sempre più bisogno.
Nei prossimi mesi, il Giubileo proseguirà con altri eventi e iniziative dedicate al mondo dell’arte e della cultura, con l’auspicio che il messaggio di Papa Francesco continui a ispirare creatività, dialogo e speranza.