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Ambiente

Il cambiamento climatico minaccia l’Antartide : fino al 60% delle piattaforme di ghiaccio a rischio collasso

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Cambiamento climatico : lo studio pubblicato su Nature lancia un allarme globale sul futuro dei ghiacci antartici

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature rivela dati allarmanti sul futuro dell’Antartide: fino al 59% delle piattaforme di ghiaccio antartiche potrebbe collassare completamente entro il 2300, se le emissioni globali di gas serra continueranno ai livelli attuali.
La ricerca, guidata da Clara Burgard e dal suo team internazionale di climatologi, mostra come l’aumento della temperatura degli oceani rappresenti un fattore cruciale e spesso sottovalutato nel processo di scioglimento dei ghiacci polari.

Secondo le simulazioni effettuate, il livello del mare potrebbe innalzarsi fino a 10 metri in uno scenario ad alte emissioni, con conseguenze devastanti per le regioni costiere del pianeta. Al contrario, mantenendo l’aumento delle temperature globali al di sotto dei 2 °C entro il 2300, le perdite di ghiaccio sarebbero molto più contenute.

Le piattaforme di ghiaccio : lo scudo naturale dell’Antartide

Le piattaforme di ghiaccio (o ice shelves) sono immense distese galleggianti che si estendono dalle calotte glaciali continentali verso l’oceano.
Queste strutture svolgono un ruolo essenziale: agiscono come barriere naturali, frenando il flusso dei ghiacci terrestri verso il mare e stabilizzando così il livello globale delle acque.

Tuttavia, l’aumento delle temperature marine e atmosferiche sta rendendo queste piattaforme sempre più vulnerabili.
Quando le acque oceaniche più calde penetrano sotto la superficie del ghiaccio, ne erodono la base, indebolendone la struttura. A questo fenomeno si aggiunge lo scioglimento superficiale dovuto all’aria più calda, che può portare a fratture, crepe e collassi improvvisi.

Negli ultimi decenni, eventi come il crollo della piattaforma di Larsen B nel 2002 o quello di Wilkins nel 2008 hanno dimostrato come tali collassi possano verificarsi in tempi molto rapidi, accelerando il distacco dei ghiacciai e la conseguente crescita del livello del mare.

La simulazione dei futuri scenari climatici

Lo studio di Burgard et al. ha analizzato 64 piattaforme di ghiaccio antartiche, utilizzando modelli climatici avanzati che considerano simultaneamente l’impatto del riscaldamento atmosferico e di quello oceanico.
Il risultato è una proiezione dettagliata su scala secolare che mostra la possibile evoluzione del continente bianco fino all’anno 2300.

  • Scenario a basse emissioni (sotto i 2 °C): solo 1 piattaforma su 64 risulta “non più vitale” entro il 2300, con rischi limitati e concentrati dopo il 2250.

  • Scenario ad alte emissioni (fino a +12 °C): 38 piattaforme su 64 — circa il 59% — diventano non più sostenibili, innescando un effetto domino che potrebbe contribuire a 10 metri di innalzamento dei mari.

Il periodo di maggiore instabilità, secondo lo studio, si colloca tra il 2050 e il 2170, quando il riscaldamento oceanico raggiungerà il suo apice e i processi di fusione accelereranno in modo esponenziale.

Ocean warming : il principale motore del collasso

Una delle scoperte più significative dello studio è che il riscaldamento degli oceani — più che quello atmosferico — rappresenta il fattore determinante per la sopravvivenza delle piattaforme di ghiaccio.
Le correnti calde penetrano nelle profondità antartiche, sciogliendo il ghiaccio alla base e riducendo lo spessore delle piattaforme fino a comprometterne la stabilità meccanica.

Gli autori ritengono che le loro stime siano addirittura conservative, poiché non includono fenomeni improvvisi come la frattura, il distacco di grandi blocchi (calving) o i crolli strutturali dovuti a crepe interne.
In altre parole, la reale vulnerabilità dell’Antartide potrebbe essere ancora maggiore di quanto indicato dai modelli.

Impatti globali : il destino delle città costiere

Se le proiezioni più pessimistiche si avverassero, il livello dei mari potrebbe innalzarsi fino a 10 metri entro il 2300.
Questo scenario metterebbe a rischio centinaia di milioni di persone che vivono nelle aree costiere, compromettendo città come New York, Venezia, Amsterdam, Tokyo, Shanghai e interi arcipelaghi del Pacifico.

Oltre alle conseguenze umane e ambientali, il collasso delle piattaforme di ghiaccio avrebbe impatti sull’economia mondiale: erosione delle coste, perdita di terreni agricoli, danni alle infrastrutture e migrazioni climatiche senza precedenti.

Urgenza e responsabilità globale

Lo studio lancia un messaggio chiaro: ridurre le emissioni è l’unico modo efficace per evitare una catastrofe climatica.
Limitare l’aumento delle temperature globali al di sotto dei 2 °C non è solo un obiettivo scientifico, ma un imperativo morale e politico.

Serve una cooperazione internazionale che unisca scienza, politica e responsabilità etica, riconoscendo che la tutela dell’ambiente coincide con la tutela dell’umanità.
Come ricorda il titolo dell’articolo pubblicato su Nature, “Ocean warming threatens the viability of 60% of Antarctic ice shelves”, la sopravvivenza dei ghiacci antartici dipende dalle scelte che compiamo oggi.

L’Antartide non è un mondo lontano: è lo specchio del nostro futuro. La sua stabilità rappresenta il confine tra un pianeta abitabile e uno trasformato dall’eccesso di calore e indifferenza.

Fonte articolo Nature : Ocean warming threatens the viability of 60% of Antarctic ice shelves.

Immagine: elaborazione artistica con IA.

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