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Pace, Giustizia e Verità : Papa Leone XIV all’udienza con il Corpo Diplomatico

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Papa Leone XIV esorta i diplomatici a costruire ponti di dialogo e giustizia, richiamando l’urgenza della pace, la tutela della dignità umana e l’impegno per il disarmo globale.

Venerdì 16 maggio 2025, nella Sala Clementina del Vaticano, Papa Leone XIV ha incontrato il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, pronunciando un discorso centrato su tre parole-chiave: pace, giustizia e verità. In un periodo segnato da conflitti internazionali, diseguaglianze sociali e crisi migratorie, il Pontefice ha voluto ribadire il ruolo della diplomazia pontificia come strumento di dialogo e riconciliazione tra i popoli.

Pace : un dovere che nasce dal cuore

Aprendo il suo discorso, Papa Leone XIV ha posto l’accento sul concetto di pace, definendola non solo come assenza di conflitto, ma come un percorso che richiede un impegno personale e collettivo:

“La pace si costruisce nel cuore e a partire dal cuore, sradicando l’orgoglio e le rivendicazioni, e misurando il linguaggio, poiché si può ferire e uccidere anche con le parole, non solo con le armi,” ha affermato il Pontefice.

Per Leone XIV, la pace non può essere considerata una semplice tregua tra conflitti, ma un percorso attivo che coinvolge ogni individuo, indipendentemente dalla sua provenienza culturale o religiosa.

“Nella prospettiva cristiana – come anche in quella di altre esperienze religiose – la pace è anzitutto un dono: il primo dono di Cristo: ‘Vi do la mia pace’ (Gv 14,27),” ha proseguito il Papa.

In questo contesto, il Papa ha richiamato il ruolo delle religioni e del dialogo interreligioso come strumenti fondamentali per la costruzione di una pace duratura.

“In quest’ottica, ritengo fondamentale il contributo che le religioni e il dialogo interreligioso possono svolgere per favorire contesti di pace,” ha aggiunto, sottolineando l’importanza del rispetto della libertà religiosa come presupposto essenziale per il dialogo.

Giustizia : una missione sociale e spirituale

Il secondo pilastro del discorso di Papa Leone XIV è stato il tema della giustizia. Qui, il Pontefice ha voluto richiamare l’enciclica sociale Rerum Novarum di Leone XIII, il Papa a cui si è ispirato nella scelta del proprio nome.

“Perseguire la pace esige di praticare la giustizia. Ho scelto il mio nome pensando anzitutto a Leone XIII, il Papa della prima grande enciclica sociale, la Rerum novarum,” ha spiegato il Papa.

Nel contesto attuale, la giustizia sociale non può prescindere dalla tutela dei più vulnerabili, dai lavoratori ai migranti, dai disoccupati agli anziani:

“Nessuno può esimersi dal favorire contesti in cui sia tutelata la dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all’anziano, dal malato al disoccupato, sia esso cittadino o immigrato,” ha sottolineato Leone XIV.

Il Papa ha poi evidenziato come il divario tra opulenza e indigenza stia diventando sempre più profondo, tracciando solchi tra Paesi e all’interno delle stesse società:

“Occorre adoperarsi per porre rimedio alle disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all’interno di singole società,” ha ammonito il Pontefice.

Verità : la base di un dialogo autentico

Il terzo concetto su cui Papa Leone XIV ha fondato il suo intervento è la verità. In un’epoca in cui il mondo virtuale ha modificato la percezione del reale, il Pontefice ha evidenziato la necessità di un linguaggio chiaro e autentico:

“Non si possono costruire relazioni veramente pacifiche […] senza verità. Laddove le parole assumono connotati ambigui e ambivalenti e il mondo virtuale prende il sopravvento senza controllo, è arduo costruire rapporti autentici,” ha affermato il Papa.

La verità, per Leone XIV, non è un concetto astratto, ma una dimensione concreta che si incarna nella figura di Cristo e si manifesta nell’impegno quotidiano a favore del bene comune:

“La verità non è mai disgiunta dalla carità, che alla radice ha sempre la preoccupazione per la vita e il bene di ogni uomo e donna,” ha concluso, invitando i diplomatici presenti a collaborare per costruire ponti di dialogo fondati su un’autentica ricerca della verità.

Un appello alla speranza : il Giubileo e le sfide del presente

Nella parte finale del discorso, Papa Leone XIV ha ricordato che il suo ministero inizia nel cuore di un anno giubilare dedicato alla speranza, un tempo di conversione e rinnovamento in cui è essenziale superare le divisioni e lavorare insieme per un futuro di pace e giustizia:

“Mi auguro che ciò possa avvenire in tutti i contesti, a partire da quelli più provati come l’Ucraina e la Terra Santa,” ha affermato, esprimendo il proprio auspicio per una nuova stagione di dialogo e riconciliazione.

Leone XIV ha quindi ringraziato i membri del Corpo Diplomatico per il loro impegno nel costruire ponti di dialogo tra la Santa Sede e i rispettivi Paesi, auspicando che le relazioni diplomatiche possano continuare a svilupparsi in un’ottica di cooperazione e rispetto reciproco.

“Vi ringrazio per tutto il lavoro che fate per costruire ponti fra i vostri Paesi e la Santa Sede,” ha detto in conclusione, impartendo la Benedizione apostolica ai presenti e alle loro famiglie.

Un richiamo al dialogo multilaterale e al disarmo

Nel contesto delle tensioni internazionali, Papa Leone XIV ha espresso preoccupazione per il rischio di una nuova corsa agli armamenti, ribadendo la necessità di promuovere il disarmo come condizione essenziale per la pace:

“Occorre anche la volontà di smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte,” ha ammonito, richiamando il messaggio di Papa Francesco che aveva evidenziato come “nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”.

Leone XIV ha quindi sottolineato l’importanza del dialogo multilaterale, invitando le istituzioni internazionali a tornare al loro scopo originario:

“È necessario ridare respiro alla diplomazia multilaterale e a quelle istituzioni internazionali che sono state volute e pensate anzitutto per porre rimedio alle contese,” ha concluso.

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