Il vicepresidente degli Stati Uniti ha incontrato il premier Giorgia Meloni a Roma, affrontando temi cruciali come i dazi commerciali e la guerra in Ucraina, e ha partecipato alle celebrazioni del Venerdì Santo in Vaticano, sottolineando il legame tra politica e valori religiosi.
Il 18 aprile 2025, J.D. Vance, attuale vicepresidente degli Stati Uniti, è arrivato a Roma per una visita ufficiale che ha unito elementi di alta diplomazia internazionale a momenti di intensa partecipazione spirituale. La presenza dell’autore di Hillbilly Elegy, diventato uno dei volti più influenti della nuova destra americana, non è passata inosservata: il viaggio ha assunto anche una forte valenza simbolica, segnando un punto di incontro tra politica, cultura e fede.
La visita si è aperta con un colloquio istituzionale presso Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al centro del dialogo le relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti, i negoziati sui dazi tra Washington e l’Unione Europea, e le strategie comuni per affrontare la crisi internazionale legata alla guerra in Ucraina.
Vance ha dichiarato di vedere “segnali positivi” nelle trattative in corso per un eventuale cessate il fuoco, esprimendo l’auspicio che l’Europa e gli Stati Uniti possano rafforzare la cooperazione strategica, anche in ambito energetico e difensivo. I due leader hanno confermato la volontà di mantenere un canale di comunicazione costante, in un contesto geopolitico in rapido mutamento.
La giornata è proseguita con un pranzo di lavoro assieme ai vicepremier italiani Antonio Tajani e Matteo Salvini. I temi affrontati hanno spaziato dalla cooperazione commerciale alla gestione delle migrazioni, fino alla necessità di riformare alcuni assetti delle istituzioni multilaterali. Particolare attenzione è stata data al ruolo del Mediterraneo come area strategica di interesse condiviso tra Stati Uniti e Italia.
Spiritualità e valori condivisi
Ma la visita di Vance non è stata solo politica. Accompagnato dalla moglie e dai figli, ha preso parte con la sua famiglia e parte dello staff della Vicepresidenza USA alle celebrazioni del Venerdì Santo nella Basilica di San Pietro, in un momento di raccoglimento personale che ha voluto condividere con la comunità cattolica. La sua partecipazione pubblica ai riti della Settimana Santa ha offerto un’immagine di vicinanza tra spiritualità personale e impegno civile.
Pur non essendo stato confermato un incontro privato con Papa Francesco, Vance ha avuto un colloquio riservato con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. L’incontro ha rappresentato un’occasione per discutere della libertà religiosa, del ruolo della Chiesa nei contesti di crisi umanitaria e della necessità di promuovere una geopolitica ispirata a principi etici e non solo strategici.
Una figura emblematica della nuova destra americana
J.D. Vance rappresenta una figura politica in ascesa, capace di collegare la base elettorale conservatrice statunitense con tematiche culturali profonde: identità, religione, tradizione. Cresciuto in un contesto familiare difficile e autore di un libro diventato un caso editoriale e sociale (Hillbilly Elegy), ha saputo costruire una narrazione politica che fonde valori religiosi, radici culturali e pragmatismo istituzionale.
La sua presenza in Italia ha richiamato l’attenzione non solo dei media ma anche di ambienti cattolici, accademici e diplomatici. In un’epoca segnata da frammentazione politica e tensioni ideologiche, la sua figura offre spunti di riflessione su come la fede possa informare l’azione pubblica, anche in un contesto laico e pluralista come quello internazionale.
Oltre agli aspetti istituzionali e religiosi, la visita di Vance ha suscitato interesse anche nei circoli accademici e culturali italiani. Alcune università e centri studi hanno espresso l’intenzione di aprire un dialogo sulle tematiche sollevate dal vicepresidente, in particolare sul ruolo delle radici cristiane nella costruzione di una democrazia pluralista. La sua presenza è stata letta da molti osservatori come un segnale di apertura verso una visione della politica che integra cultura, etica pubblica e responsabilità sociale, in un momento storico in cui le istituzioni sono chiamate a riconquistare la fiducia dei cittadini attraverso una narrazione autentica e inclusiva.
Immagine: cortesia The White House.