Il Pontefice esorta i tribunali ecclesiastici a rendere i processi più accessibili e gratuiti, affidando ai vescovi un ruolo centrale nella giustizia pastorale.
Papa Francesco, inaugurando il 96° anno giudiziario della Rota Romana, ha ribadito l’importanza di processi più rapidi e accessibili per la dichiarazione di nullità matrimoniale, sottolineando come questa riforma risponda all’esigenza di offrire supporto pastorale ai fedeli in cerca di chiarezza sulla propria condizione coniugale.
Nel corso dell’inaugurazione del 96° anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana, tenutasi il 31 gennaio 2025 nella Sala Clementina, Papa Francesco ha ribadito l’importanza di rendere i processi di nullità matrimoniale più rapidi, accessibili e pastorali, affinché i fedeli possano ottenere chiarimenti sulla loro situazione coniugale senza eccessive complicazioni burocratiche. Il Pontefice ha ricordato il decimo anniversario dei Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesuse Mitis et Misericors Iesus, documenti con cui ha riformato il sistema processuale canonico.
Processi più brevi e vicinanza pastorale
Il Santo Padre ha evidenziato come la necessità di riforma sia emersa durante l’Assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi del 2014. In quell’occasione, i Padri sinodali avevano richiesto una maggiore semplicità e rapidità nei procedimenti giudiziari relativi alla nullità matrimoniale, al fine di alleviare il peso che grava sui fedeli. “La Chiesa non deve complicare inutilmente la vita dei suoi figli”, ha dichiarato il Papa, citando San Paolo VI e San Giovanni Paolo II. “I fedeli hanno diritto alla verità sulla loro condizione personale e alla possibilità di partecipare pienamente alla vita sacramentale.”
La riforma, ha spiegato Francesco, si fonda sul ruolo centrale del vescovo diocesano, responsabile di garantire che i tribunali siano vicini alle persone e che i fedeli siano informati sull’esistenza del processo di nullità come possibile soluzione ai loro problemi coniugali. Particolare enfasi è stata posta sulla necessità della gratuità delle procedure, affinché la Chiesa possa esprimere l’amore gratuito di Cristo.
Il ruolo del discernimento e della formazione degli operatori
Il Pontefice ha sottolineato l’importanza di formare operatori di giustizia qualificati, sia chierici che laici, capaci di svolgere con giustizia e diligenza il proprio lavoro. “Ogni sentenza giusta contribuisce alla cultura dell’indissolubilità matrimoniale nella Chiesa e nel mondo”, ha affermato Francesco, citando le parole di San Giovanni Paolo II. Il discernimento, ha aggiunto, richiede prudenza, giustizia e carità, qualità fondamentali per garantire un processo equo e giusto.
“La famiglia è riflesso della comunione trinitaria”
Papa Francesco ha poi ricordato che il matrimonio cristiano è un dono di Dio, una promessa di fedeltà che riflette l’amore della Trinità. Ha esortato i giudici e gli operatori dei tribunali ecclesiastici a trattare le questioni coniugali con rispetto e venerazione, consapevoli della responsabilità di accompagnare i fedeli verso la verità e la salvezza.
“Il vostro lavoro è un servizio alla salvezza delle anime”, ha dichiarato. Ha inoltre ricordato l’importanza della speranza, elemento centrale del Giubileo del 2025, dedicato proprio a questo tema. “La speranza non delude”, ha concluso, citando la Lettera ai Romani.
Un invito alla preghiera e al servizio
Il Papa ha infine ringraziato i membri del Tribunale della Rota Romana per il loro impegno e li ha invitati a continuare il loro servizio con fede e dedizione. Ha chiesto loro di pregare per lui e per la Chiesa, concludendo il discorso con una speciale benedizione.
La Rota Romana
La Rota Romana, conosciuta anche come Sacra Rota, è uno dei tribunali ordinari della Santa Sede, e ha sede a Roma. È l’organo giudiziario di grado superiore, incaricato principalmente di trattare cause riguardanti la nullità matrimoniale, oltre a questioni canoniche complesse che richiedono un’interpretazione giuridica autorevole. Fondata nel XIII secolo, la Rota Romana si distingue per il suo ruolo storico di corte d’appello per le sentenze emesse dai tribunali ecclesiastici di tutto il mondo. È presieduta dal Decano della Rota, nominato direttamente dal Papa. I suoi giudici, chiamati Uditori, sono esperti di diritto canonico e hanno il compito di assicurare che le decisioni siano giuste, rispettose delle norme e orientate alla salvezza delle anime.