Uno studio rivela che indicare le calorie nei menu aumenta la consapevolezza dei consumatori, ma non porta a una riduzione significativa delle calorie acquistate o consumate.
Un recente studio pubblicato su Nature Human Behaviour suggerisce che l’introduzione delle etichette caloriche obbligatorie nei punti vendita di cibo in Inghilterra non è stata associata a una riduzione significativa delle calorie acquistate o consumate. I risultati si basano su dati auto-riportati da oltre 6.000 persone, raccolti prima e dopo l’attuazione della misura.
Obesità e consumo alimentare fuori casa
L’obesità rappresenta una delle maggiori sfide per la salute pubblica, e uno dei fattori di rischio principali è il consumo di alimenti ad alta densità calorica venduti nei punti di ristoro fuori casa, come ristoranti, caffè e fast food. Per affrontare questo problema, il governo del Regno Unito ha introdotto nell’aprile 2022 una normativa che obbliga tutti i punti vendita di cibo con più di 250 dipendenti a indicare il contenuto calorico dei prodotti nei loro menu.
La politica segue esempi simili già adottati in alcune parti degli Stati Uniti e del Canada, mirando a sensibilizzare i consumatori e incoraggiarli a fare scelte alimentari più consapevoli.
La ricerca e i risultati principali
Per valutare l’impatto della misura, Megan Polden e il suo team hanno condotto due sondaggi prima e dopo l’attuazione della legge. Tra agosto e dicembre 2021, hanno intervistato 3.308 persone che avevano acquistato cibo in 330 punti vendita, tra pub, ristoranti, fast food e caffè. Successivamente, tra agosto e dicembre 2022, hanno ripetuto l’indagine su 3.270 partecipanti che avevano acquistato cibo in 325 degli stessi locali.
I risultati indicano che, dopo l’introduzione della normativa:
- I consumatori hanno sottostimato meno il contenuto calorico dei pasti acquistati.
- Un numero maggiore di persone ha notato e utilizzato le etichette caloriche nei menu.
- Tuttavia, non è emersa alcuna differenza significativa nelle calorie acquistate o consumate prima e dopo l’introduzione della normativa. Questo risultato è stato osservato trasversalmente tra diverse fasce d’età, generi, etnie e livelli di istruzione.
Possibili limitazioni dello studio
Gli autori dello studio sottolineano alcune limitazioni che potrebbero aver influenzato i risultati. I dati si basano su risposte auto-riportate, che possono essere soggette a imprecisioni o bias. Inoltre, le prime indagini sono state condotte poco dopo la fine delle restrizioni legate al COVID-19 in Inghilterra, un contesto che potrebbe aver alterato i comportamenti alimentari.
Conclusioni e prospettive future
Sebbene il provvedimento non abbia portato a una riduzione evidente del consumo calorico, lo studio evidenzia un aumento della consapevolezza tra i consumatori riguardo al contenuto energetico dei pasti. Questo potrebbe rappresentare un passo preliminare verso un cambiamento comportamentale a lungo termine.
Gli autori concludono che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti dell’etichettatura calorica sul comportamento dei consumatori e il suo impatto più ampio sulla salute pubblica. La domanda principale rimane aperta: l’etichettatura calorica può davvero contribuire a ridurre l’obesità o sono necessari approcci più incisivi?
Articolo Nature Human Behaviour: Evaluating the association between the introduction of mandatory calorie labelling and energy consumed using observational data from the out-of-home food sector in England. DOI 10.1038/s41562-024-02032-1