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Papa Francesco: la temperanza, virtù di equilibrio e saggezza

Papa Francesco 15 marzo 2017

Nell’udienza generale il Pontefice parla della temperanza, che rende la vita armoniosa e responsabile.

Durante l’udienza generale del 17 aprile 2024, Papa Francesco ha dedicato la sua catechesi alla temperanza, descrivendola come l’ultima delle quattro virtù cardinali che guidano l’individuo verso la vera felicità. Parlando a una vasta assemblea in Piazza San Pietro, il Papa ha intrecciato le sue riflessioni con le nozioni di filosofi antichi e insegnamenti cristiani per illustrare l’importanza cruciale di questa virtù nella vita quotidiana.

“Oggi parlerò della quarta e ultima virtù cardinale: la temperanza,” ha iniziato Papa Francesco, sottolineando che questa virtù non è un esclusivo retaggio cristiano, ma è riconosciuta da tempo anche in altre tradizioni, come quella greca. Aristotele, il celebre filosofo greco, aveva già identificato la temperanza, o enkráteia, come il potere su sé stessi, essenziale per una vita felice e equilibrata.

Secondo il Papa, la temperanza non è semplicemente autocontrollo ma un’arte di vivere che permette di gestire le passioni e di mantenere l’equilibrio. “La temperanza è un potere su sé stessi. Questa virtù è dunque la capacità di autodominio, l’arte di non farsi travolgere da passioni ribelli, di mettere ordine in quello che il Manzoni chiama il ‘guazzabuglio del cuore umano’,” ha spiegato.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica amplia questa definizione, descrivendo la temperanza come la virtù che “modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati”. Papa Francesco ha citato il Catechismo, evidenziando come la temperanza controlli i desideri e orienti gli appetiti verso il bene, mantenendo una sana discrezione senza cedere agli impulsi irrazionali.

Papa Francesco ha enfatizzato che la temperanza non deve essere vista come una limitazione alla libertà personale, ma piuttosto come un modo per valorizzare la propria vita e quelle altrui. “In un mondo dove tanta gente si vanta di dire quello che pensa, la persona temperante preferisce invece pensare quello che dice,” ha osservato il Pontefice, sottolineando la differenza tra parlare impulsivamente e comunicare pensieri riflessivi.

Inoltre, il Papa ha discusso il ruolo della temperanza nel moderare il piacere e nel prevenire la noia derivante dal consumo eccessivo. “Meglio allora cercare la giusta misura: ad esempio, per apprezzare un buon vino, assaporarlo a piccoli sorsi è meglio che ingurgitarlo tutto d’un fiato,” ha consigliato, usando un’analogia tangibile per illustrare come la moderazione può aumentare il godimento delle cose semplici della vita.

Infine, Papa Francesco ha concluso la sua catechesi invitando tutti a pregare per il dono della temperanza, che descrive come una fonte di letizia e una qualità essenziale per riconoscere e dare valore a ciò che conta veramente nella vita. “Preghiamo il Signore perché ci dia questo dono: il dono della maturità, della maturità dell’età, della maturità affettiva, della maturità sociale. Il dono della temperanza,” ha dichiarato, enfatizzando la necessità di maturare in tutte le sfere della vita.

Attraverso la sua catechesi, Papa Francesco non solo ha elevato il concetto di temperanza ma ha anche illustrato come questa virtù può fungere da guida per una vita piena, responsabile e gioiosa, esortando i fedeli a incorporarla attivamente nelle loro vite quotidiane.

Il Pontefice ha poi invitato a pensare “alla Terra Santa, alla Palestina, a Israele”, alla “martoriata Ucraina”, e ai prigionieri di guerra, chiedendo al il Signore di muovere “la volontà per liberarli tutti”. Un pensiero particolare è andato ai prigionieri che sono torturati: “La tortura dei prigionieri – ha affermato – è una cosa bruttissima, non è umana. Pensiamo a tante torture che feriscono la dignità della persona, e a tanti torturati. Il Signore aiuti tutti e benedica tutti”.

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