Il Pontefice: realizzare la pace, senza aver paura di essere una piccola Chiesa.
Le riflessioni del Papa sulla storica connessione tra la Santa Sede e la Mongolia, la valorizzazione della tradizione e l’importanza dell’armonia interreligiosa.
Durante il suo viaggio in Mongolia dal 31 agosto al 4 settembre 2023, Papa Francesco ha tenuto ieri un discorso rivolto alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico nel Palazzo di Stato di Ulaanbaatar. Ha esordito ringraziando il Presidente della Repubblica per l’accoglienza e ha espresso la sua felicità nell’essere in Mongolia.
Il Papa ha poi ripercorso la storia dei rapporti tra la Santa Sede e la Mongolia, ricordando l’incontro, 777 anni prima, tra l’inviato papale, Fra Giovanni di Pian del Carpine, e il terzo imperatore mongolo, Guyug. Ha elogiato la cultura e la tradizione mongola, citando le “ger”, le tradizionali tende mongole, come simbolo dell’identità del paese.
Il Santo Padre ha lodato il rispetto dell’ecosistema da parte del popolo mongolo e ha menzionato la loro visione olistica e rispettosa di ogni forma di vita. Ha sottolineato l’importanza della libertà religiosa e ha elogiato la Mongolia per la sua politica di pace e per la sua determinazione nel fermare la proliferazione nucleare. In questo contesto, ha detto: “La Mongolia di oggi […] si propone di svolgere un ruolo importante per la pace mondiale” e ha invocato una “pax mongolica, cioè l’assenza di conflitti”. Ha proseguito esprimendo il desiderio che le tensioni mondiali possano essere risolte attraverso l’incontro e il dialogo, per costruire un futuro di pace.
Verso la conclusione del discorso, Papa Francesco ha lodato la libertà di pensiero e di religione della Mongolia e ha riconosciuto il contributo della comunità cattolica al progresso morale e spirituale del paese.