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Papa Francesco: seguire l’esempio di san Pietro e Paolo per essere persone vere

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Così il Pontefice all’Angelus di ieri, Giovedì 29 Giugno.

Nella solenne festività dei Santi Pietro e Paolo, il Papa riflette sul Vangelo in cui Gesù rivolge a Simone, uno dei Dodici, le parole: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18). Pietro, il nome di Simone, può essere interpretato come roccia, pietra o sasso, e la vita di Pietro dimostra tutti e tre gli aspetti del suo nome.

Pietro rappresenta una roccia: in molti momenti si mostra forte, saldo, genuino e generoso. Abbandona tutto per seguire Gesù (cfr Lc 5,11), riconosce in lui il Cristo, Figlio del Dio vivente (Mt 16,16), e si getta in mare per incontrare il Risorto (cfr Gv 21,7). Con franchezza e coraggio, annuncia Gesù nel Tempio, prima e dopo essere stato arrestato e flagellato (cfr At 3,12-26; 5,25-42). La tradizione narra anche della sua fermezza di fronte al martirio, che si consumò proprio qui (cfr Clemente Romano, Lettera ai Corinzi, V,4).

Ma Pietro è anche una pietra: è una roccia che, fondata su Cristo, offre sostegno ai fratelli per la costruzione della Chiesa (cfr 1 Pt 2,4-8; Ef 2,19-22). Questo si riflette nella sua vita: risponde alla chiamata di Gesù insieme ad Andrea, suo fratello, Giacomo e Giovanni (cfr Mt 4,18-22), conferma la volontà degli Apostoli di seguire il Signore (cfr Gv 6,68), si prende cura dei bisognosi (cfr At 3,6) e promuove l’annuncio comune del Vangelo (cfr At 15,7-11). È una “pietra”, un punto di riferimento affidabile per l’intera comunità.

Ma Pietro è anche un sasso che evidenzia la sua umiltà e limitatezza. A volte, non comprende le azioni di Gesù (cfr Mc 8,32-33; Gv 13,6-9) e, di fronte al suo arresto, viene preso dalla paura e lo rinnega, ma poi si pente e piange amaramente (cfr Lc 22,54-62). Tuttavia, non trova il coraggio di stare ai piedi della croce. Si rinchiude con gli altri discepoli nell’Ultima Cena per timore di essere catturato (cfr Gv 20,19). Ad Antiochia, mostra imbarazzo nel frequentare i pagani convertiti, e Paolo lo richiama a essere coerente (cfr Gal 2,11-14). Infine, secondo la tradizione del “Quo vadis”, cerca di sfuggire al martirio, ma lungo la strada incontra Gesù e trova il coraggio di tornare indietro.

In Pietro sono presenti tutte queste caratteristiche: la forza della roccia, l’affidabilità della pietra e la modestia di un semplice sasso. Non è un superuomo, ma un uomo come noi, come ognuno di noi, che, nonostante le sue imperfezioni, dice “sì” a Gesù con generosità. E proprio in questa accettazione, così come in Paolo e in tutti i santi, si manifesta che è Dio a renderci forti con la sua grazia, a unirci con la sua carità e a perdonarci con la sua misericordia. Ed è attraverso questa autentica umanità che lo Spirito forma la Chiesa. Pietro e Paolo sono state persone autentiche e oggi, più che mai, abbiamo bisogno di persone autentiche.

Papa Francesco invita a guardarsi dentro e e a porsi “qualche domanda a partire dalla roccia, dalla pietra e dal sasso. Dalla roccia: c’è in noi l’ardore, lo zelo, la passione per il Signore e per il Vangelo, o è qualcosa che si sgretola facilmente? E poi, siamo pietre, non d’inciampo ma di costruzione per la Chiesa? Lavoriamo per l’unità, ci interessiamo degli altri, specialmente dei più deboli? Infine, pensando al sasso: siamo consapevoli della nostra piccolezza? E soprattutto: nelle debolezze ci affidiamo al Signore, che compie grandi cose con chi è umile e sincero?”

Dopo l’Angelus il Pontefice ha rivolto un caloroso saluto e un augurio speciale ai romani in occasione della festa dei santi patroni Pietro e Paolo. Ha ringraziato la Pro Loco di Roma per l’organizzazione dell’infiorata storica, realizzata dai Maestri infioratori provenienti da diverse Pro Loco d’Italia, giunta alla decima edizione. Ha ammirato i bellissimi tappeti floreali ispirati alla pace e ha sottolineato l’importanza di non stancarsi di pregare per la pace, in particolare per il popolo ucraino che è sempre nel suo cuore.

Il Papa ha rinnovato il suo saluto alla Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli presente alla festa e ha inviato un abbraccio al suo caro Fratello, Sua Santità Bartolomeo.

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