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Papa Francesco: poveri noi se smettiamo di sognare

Papa Francesco 15 marzo 2017

il Pontefice: mai smettere di sognare e di capire ciò che è sotto i nostri occhi.

Così il Papa rivolgendosi ai partecipanti al convegno promosso da La Civiltà Cattolica e dalla Georgetown University. Parlando dei poeti, scrittori e altri autori, ha spiegato due proprie riflessioni. “La prima – ha affermato – vorrei esprimerla così: voi siete occhi che guardano e che sognano. Non soltanto guardare, ma anche sognare”.

Perché, spiega Papa Francesco, “noi esseri umani aneliamo a un mondo nuovo che probabilmente non vedremo appieno con i nostri occhi, eppure lo desideriamo, lo cerchiamo, lo sogniamo. Uno scrittore latinoamericano diceva che abbiamo due occhi: uno di carne e l’altro di vetro. Con quello di carne guardiamo ciò che vediamo, con quello di vetro guardiamo ciò che sogniamo. Poveri noi se smettiamo di sognare, poveri noi!”

Essere artista vuol quindi dire guardare con i propri occhi e allo stesso tempo sognare, guardando “più in profondità”, profetizzando, e annunciando “un modo diverso di vedere e capire le cose che sono sotto i nostri occhi”.

Così “la poesia non parla della realtà a partire da princìpi astratti”, ma si mette “in ascolto della realtà stessa: il lavoro, l’amore, la morte e tutte le piccole grandi cose che riempiono la vita”. Il Pontefice cita Paul Claudel, che parla di un “occhio che ascolta”.

Allo stesso tempo, l’arte per Papa Francesco “è un antidoto contro la mentalità del calcolo e dell’uniformità; è una sfida al nostro immaginario, al nostro modo di vedere e capire le cose”.

Così come il Vangelo stesso “è una sfida artistica, con una carica rivoluzionaria“, che gli artisti sono “chiamati a esprimere” grazie al proprio genio, “con una parola che protesta, chiama, grida”. Perché “oggi la Chiesa ha bisogno della genialità, perché ha bisogno di protestare, chiamare e gridare”.

Allo stesso tempo, ecco la seconda riflessione del Papa, gli artisti sono anche “la voce delle inquietudini umane”, spesso “sepolte nel fondo del cuore”. Perché l’ispirazione artistica non è solo conforto: è “anche inquietante, perché presenta sia le realtà belle della vita sia quelle tragiche”.

L’arte, spiega il Pontefice, è quindi “il terreno fertile nel quale si esprimono le «opposizioni polari» della realtà, le quali richiedono sempre un linguaggio creativo e non rigido, capace di veicolare messaggi e visioni potenti”.

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