Il Pontefice a Mattarella: lei è “un maestro semplice, e soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità”.
Così il Papa nel suo discorso per la cerimonia di consegna del Premio Paolo VI dell’istituto Paolo VI di Brescia al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. L’evento si è svolto nella Sala Clementina, in Vaticano.
Papa Francesco ha salutato e dato il benvenuto ai presenti, e si è dichiarato felice di consegnare al Presidente Sergio Mattarella il Premio Internazionale Paolo VI. Esprimendo la sua gratitudine all’Istituto Paolo VI per il loro prezioso lavoro nella cura della memoria di Papa Montini.
Il Pontefice ha ricordato il ruolo dei fedeli laici affermato dal Concilio Vaticano II, e l’importanza della politica come forma di carità. La risposta, secondo il Papa, è nel servizio. E ha citato San Paolo VI, quando ha affermato che coloro che esercitano il potere pubblico devono considerarsi «come i servitori dei loro compatrioti, con il disinteresse e l’integrità che convengono alla loro alta funzione» – Ai rappresentanti dell’Unione Europea dei Democratici Cristiani, 8 apr. 1972.
Tuttavia, la tentazione di servirsi dell’autorità, anziché servire attraverso di essa, è frequente. Gesù stesso parlò della difficoltà di servire gli altri: ma per i cristiani la grandezza è sinonimo di servizio. E il conferimento del Premio Paolo VI al Presidente Mattarella, per Papa Francesco è un’opportunità “per celebrare il valore e la dignità del servizio, lo stile più alto del vivere, che pone gli altri prima delle proprie aspettative”.
E il popolo italiano, spiega il Pontefice, riconosce nel Presidente Mattarella l’esempio del servizio sacrificato, rinunciando al meritato riposo per il bene dello Stato. Il Papa ha ricordato l’omaggio reso da Mattarella al grande italiano e cristiano Alessandro Manzoni, definendolo un “genio universale” e un “maestro di vita”, che ci ricorda l’importanza della laboriosità e del desiderio di accrescere il bene altrui.
Nel suo discorso Papa Francesco ha anche spiegato la similitudine tra il Presidente Mattarella e Papa Montini nell’educare alla responsabilità. E l’importanza di prendere coscienza della propria responsabilità e di evitare di scaricare sugli altri le ingiustizie, affermando che la conversione personale è necessaria.
San Paolo VI sentì l’importanza della responsabilità di ciascuno per il mondo di tutti, per un mondo diventato globale. Lo fece parlando di pace, oggi più che mai urgente, lo fece esortando a lottare senza rassegnarsi di fronte agli squilibri delle ingiustizie planetarie, perché la questione sociale è questione morale e perché un’azione solidale dopo le guerre mondiali è veramente tale solo se è globale
Al contrario, oggi purtroppo è frequente colpevolizzare gli altri, e la passione per l’interesse comune si affievolisce, rischiando di essere eclissata dai bisogni individuali e dall’indifferenza. Il Pontefice ha sottolineato la responsabilità che chiede a ciascuno di contrastare le abitudini al disfattismo e alle lamentele, di comprendere le necessità degli altri, e di riscoprire l’importanza di ogni individuo nel tessuto sociale e umano al quale tutti apparteniamo.
Il presidente Mattarella ha mostrato grande responsabilità quando ha rinunciato “al meritato riposo” per il suo servizio istituzionale, e ha accettato un nuovo mandato.
Anche per tale ragione, spiega Papa Francesco, Mattarella è un esempio per i cittadini, “giovani e meno giovani”, che possono vedere in lui “un maestro, un maestro semplice, e soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità”.
Di ciò sarebbe felice Papa Paolo VI, di cui Bergoglio cita “alcune parole tanto note quanto vere: «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni».