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Papa Francesco dice no al chiudersi dentro e al perdere il coraggio

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Il Pontefice: “quante volte ci chiudiamo dentro noi stessi e perdiamo il coraggio di andare avanti ?”

Così Papa Francesco nel Regina Coeli di oggi, Solennità di Pentecoste, commentando il Vangelo della Celebrazione Eucaristica. Vangelo che racconta di quando gli apostoli si rifugiano nel cenacolo dopo la morte di Gesù.

I discepoli si erano chiusi dentro per paura dopo la morte di Gesù. Avevano perso le speranze e i loro sogni erano andati in frantumi. Questo “chiudersi dentro” accade anche a noi quando affrontiamo situazioni difficili e permettiamo alla paura di prendere il sopravvento.

“Quante volte – chiede il Pontefice – anche noi ci chiudiamo dentro noi stessi? Quante volte, per qualche situazione difficile, per qualche problema personale o familiare, per la sofferenza che ci segna o per il male che respiriamo attorno a noi, rischiamo di scivolare lentamente nella perdita della speranza e ci manca il coraggio di andare avanti?”

La paura ci blocca e ci isola, anche dalla presenza di Dio. Tuttavia, il Vangelo ci offre il rimedio attraverso lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo ci libera dalla paura e ci apre le porte. Gli apostoli, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, escono e diffondono la buona notizia. L’amore di Dio, portato dallo Spirito Santo, scaccia le paure, illumina il cammino e ci sostiene nelle avversità. Dobbiamo invocare lo Spirito Santo per superare le paure e ravvivare l’amore di Dio nel mondo.

Il Papa ha anche ricordato che Alessandro Manzioni, di cui il 22 maggio si è commemorato il 150° anniversario della morte. Manzoni è una delle figure più importanti della letteratura, “cantore delle vittime e degli ultimi”, i quali “sono sempre sotto la mano protettrice della Provvidenza divina, che «atterra e suscita, affanna e consola»; e sono sostenuti anche dalla vicinanza dei pastori fedeli della Chiesa, presenti nelle pagine del capolavoro manzoniano”.

Papa Francesco ha invitato alla preghiera per le popolazioni colpite da un ciclone al confine tra Myanmar e Bangladesh. Si stima che più di ottocentomila persone, inclusi i Rohingya che vivono già in condizioni precarie, siano state duramente colpite. Il Papa ha chiesto ai Responsabili di favorire l’accesso agli aiuti umanitari e ha fatto appello alla solidarietà umana ed ecclesiale per soccorrere queste persone.

Il Pontefice ha inviato un caloroso saluto ai romani e ai pellegrini provenienti dall’Italia e da diversi Paesi. Ha menzionato i fedeli provenienti da Panama e il pellegrinaggio dell’Arcidiocesi di Tulancingo (Messico), che celebra Nuestra Señora de los Angeles. Ha anche salutato i fedeli di Celeseo (Padova) e di Bari, e ha inviato la sua benedizione a coloro che si sono radunati al Policlinico Gemelli per promuovere iniziative di fraternità con i malati.

Il prossimo mercoledì, in occasione della conclusione del mese di maggio, sono previsti momenti di preghiera nei Santuari mariani di tutto il mondo in preparazione alla prossima Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Si è chiesto alla Vergine Maria di accompagnare questa importante tappa del Sinodo con la sua materna protezione. Si è anche affidato a Lei il desiderio di pace di molte popolazioni nel mondo, specialmente dell’Ucraina che sta attraversando una situazione difficile.

Papa Francesco ha augurato a tutti una buona domenica e ha chiesto di non dimenticare di pregare per lui. Ha concluso con un augurio per un buon pranzo e un arrivederci.

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