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Papa Francesco: la nascita di bambini è la speranza di un popolo

Papa Francesco 15 marzo 2017

Il Pontefice: se nascono pochi figli vuol dire che quel popolo ha poca speranza.

Così Papa Francesco nel suo discorso ai partecipanti alla III edizione degli Stati Generali della Natalità. Il Papa si è scusato di non poter parlare in piedi, a causa delle sua difficoltà fisiche, e dopo aver ringraziato gli organizzatori ha ricordato un episodio esemplificativo che mostra l’importanza di parlare della natalità e di sostenerla.

Ha così raccontato che due settimane fa il suo segretario era in Piazza San Pietro, e si è avvicinata una mamma con la carrozzina per chiedere la benedizione. Il sacerdote credeva di trovare e benedire un bambino, invece “era un cagnolino”.

Lo stesso Pontefice si è trovata nella stessa situazione, all’udienza del mercoledì di circa venti giorni fa: una signora di circa cinquantenne che, incontrandolo, ha aperto la sua borsa e gli ha chiesto di benedire il suo “bambino”. Che in realtà era, pure in questo caso, un cagnolino.

Papa Francesco confessa di non aver avuto pazienza e di aver sgridato la signora: “Signora, tanti bambini hanno fame, e lei con il cagnolino!”. Queste, ha spiegato il Papa nel suo discorso, “sono scene del presente, ma se le cose vanno così, questa sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti”.

Perché la natalità “è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo”. E se nascono pochi bambini “vuol dire che c’è poca speranza”. E non è solo una questione economica e sociale, avverta Papa Francesco, spiegando che “mina la fiducia nell’avvenire”.

In un periodo delicato come questo, in cui “lo scorso anno l’Italia ha toccato il minimo storico di nascite: appena 393 mila nuovi nati”. Mostrando “un dato che rivela una grande preoccupazione per il domani”. Perché “oggi mettere al mondo dei figli viene percepito come un’impresa a carico delle famiglie”.

Una idea attuale, che “purtroppo, condiziona la mentalità delle giovani generazioni”, che in questo modo “crescono nell’incertezza, se non nella disillusione e nella paura. Vivono un clima sociale in cui metter su famiglia si è trasformato in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono”.

Allo stesso tempo, “sentirsi soli e costretti a contare esclusivamente sulle proprie forze – avverte il Pontefice – è pericoloso”, perché erode “lentamente il vivere comune” e induce a “rassegnarsi a esistenze solitarie, in cui ciascuno deve fare da sé”. In una situazione in cui “solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite. E questo – precisa Papa Francesco è ingiusto, oltre che umiliante”.

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