Così il Papa all’Angelus di Domenica, 26 marzo 2023.
Il Pontefice nell’Angelus ha esaminato il Vangelo della Celebrazione Eucaristica, che nella quinta domenica di Quaresima mostra la risurrezione di Lazzaro, ovvero l’ultimo miracolo compiuto da Gesù compiuto prima della Pasqua: “la risurrezione del suo amico Lazzaro”.
Gesù, che sapeva che Lazzaro stava per morire, arriva nella sua casa “quattro giorni dopo la sepoltura, quando ogni speranza è ormai perduta”. Però “la sua presenza riaccende un po’ di fiducia nel cuore delle sorelle Marta e Maria”, che pur affrante dal dolore, “si aggrappano a questa luce, a questa piccola speranza”. E Gesù dopo averle invitate “ad avere fede, chiede di aprire il sepolcro”, e compite il Miracolo.
Dopo aver pregato Dio Padre “grida a Lazzaro: «Vieni fuori!»” E Lazzaro resuscita, e esce dal sepolcro. Un miracolo che Papa Francesco definisce “semplice”.
E che trasmette un forte e semplice messaggio: “Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza”. Certo, afferma Papa Francesco “capita, a volte, di sentirsi senza speranza – a tutti è capitato questo –, oppure di incontrare persone che hanno smesso di sperare, amareggiate perché hanno vissuto cose brutte, il cuore ferito non può sperare. Per una perdita dolorosa, una malattia, una delusione cocente, per un torto o un tradimento subito, per un grave errore commesso… hanno smesso di sperare”.
Allo stesso tempo mentre c’è chi dice che “Non c’è più niente da fare!, e chiude la porta ad ogni speranza”, è proprio “in questi momenti” che “non siamo soli”, e che Gesù ci si avvicina di più “per ridarci vita”.