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Il Presidente Meloni a Bruxelles

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Il Presidente Meloni a Bruxelles

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il 23 e 24 marzo ha partecipato a Bruxelles ai lavori del Consiglio europeo e all’Eurosummit. Al termine ha tenuto un punto stampa.

Punto stampa finale del Presidente Meloni al Consiglio europeo ed Eurosummit

Allora, direi che l’Italia può dirsi molto soddisfatta dei risultati di questo Consiglio europeo. Avevamo lavorato molto, e molto bene, sulla bozza delle conclusioni che, sulle questioni dirimenti e più importanti, non ha subito modifiche durante la discussione in Consiglio. Quindi, per quanto riguarda le materie economiche, con il richiamo all’implementazione, particolarmente, dell’elemento che più ci interessa, che è la flessibilità dei Fondi di coesione e dei fondi PNRR.
La materia della governance, che per noi è materia fondamentale, da risolvere entro la fine di quest’anno e che deve tenere conto degli obiettivi strategici che l’Unione si dà – se l’Unione lavora sulla transizione ecologica, se lavora sulla transizione digitale, se lavora sul sostegno all’Ucraina – poi deve tenere in considerazione quegli investimenti nelle sue regole di governance. Mi pare che anche su questo ci sia una sensibilità diffusa.
Sulla materia migratoria, avete visto, il richiamo in queste Conclusioni dimostra non solo la conferma di un cambio di passo che abbiamo impresso nello scorso Consiglio europeo, ma anche il fatto che oggi la migrazione rimane una priorità, uno dei grandi obiettivi dell’Unione Europea, con il passaggio che viene richiamato all’implementazione degli obiettivi che abbiamo deciso nell’ultima riunione e una verifica della stessa nel prossimo Consiglio europeo di giugno.
C’è un lavoro quindi che va in continuità, che dimostra che non si trattava di uno “spot” o semplicemente di un’iniziativa singola. Stiamo lavorando, chiaramente, su una concretezza di quegli strumenti con risultati che a me sembrano oggettivamente molto buoni e che dimostrano una buona fede nella volontà di affrontare questa materia. Quindi direi che complessivamente possiamo essere soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto.

Domanda: Presidente, sul MES il Presidente dell’Eurogruppo ha detto che si aspetta la ratifica anche per una stabilità del sistema. Quando pensa di ratificarlo?
Presidente Meloni: Guardi, ho già risposto su questo. Credo che la materia non vada discussa a monte ma vada discussa a valle e nel contesto nella quale opera. Il riferimento alla governance da questo punto di vista è un riferimento non casuale, e anche ad altri strumenti che sono anche più efficaci nell’attuale contesto. Stamattina abbiamo discusso di unione bancaria. Nel tema, per esempio, di un backstop il MES è una sorta di “cassazione”. Il primo e il secondo grado sono l’unione bancaria. È un ragionamento del quale non si può discutere se non in un quadro complessivo.

Domanda: Presidente ci aiuta a capire come il Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha inquadrato oggi le turbolenze che ancora colpiscono il settore bancario. Se è stato citato il caso Deutsche Bank e se c’è preoccupazione anche tra i leader di possibili contagi.
Presidente Meloni: Guardi, mi pare che sia dalla relazione della Presidente Lagarde, sia da quella del Presidente Donohoe e sia dai contributi dei leader dell’Unione ci sia la consapevolezza di un sistema che, in ogni caso, i cui fondamentali sono solidi. Sicuramente bisogna monitorare, implementare ad esempio, dicevamo, l’unione bancaria, l’unione di capitali, c’è un lavoro che va fatto – la governance – però non perché negli ultimi giorni riteniamo che si possa modificare il quadro ma, più banalmente, perché il sistema ha bisogno degli elementi che mancano per una sua piena forza e capacità di impatto. Ma non mi pare che ci sia particolare preoccupazione per un sistema i cui fondamentali sono oggettivamente stabili e solidi.

Domanda: Presidente, ha visto Macron ieri sera dopo un periodo di rapporti non sempre facili. Ci può essere una maggiore collaborazione a partire da questo incontro sui temi economici e sulle migrazioni?
Presidente Meloni: Penso assolutamente di sì, è stato un incontro molto lungo, molto ampio, anche di scenario sulla situazione sicuramente complessa nel quadro geopolitico che tutti viviamo.
Mi pare che ci sia voglia di collaborare su materie che sono comunque di importanza strategica, sicuramente per l’Italia e per la Francia: penso alla questione migratoria sulla quale registro una grande disponibilità ad affrontare la questione in modo strutturale da parte del Presidente Macron, sulle materie industriali, quindi su alcune cose sulle quali anche gli interessi nazionali della Francia e dell’Italia possono collimare. E mi pare che ci fosse un clima sicuramente molto produttivo, molto favorevole, questo credo possa essere sicuramente utile per affrontare alcune sfide comuni.
Sono soddisfatta di questo bilaterale, come degli altri bilaterali che ho avuto in queste ore, con il Primo ministro portoghese ad esempio, con il Primo ministro greco. C’è una centralità, un protagonismo dell’Italia di cui vado fiera, che dimostra che possiamo sicuramente contare e fare valere di più i nostri interessi, cercando la sintesi con gli interessi degli altri, che sono più che legittimi come lo sono i nostri.

Domanda: L’opposizione la critica perché non ha definito antifascisti le vittime delle Fosse Ardeatine [inaudibile].
Presidente Meloni: Guardi, li ho definiti italiani. Che vuol dire, che gli antifascisti non sono italiani? Mi pare che sia omnicomprensivo storicamente.

Domanda: La battaglia sui biocarburanti è persa?
Presidente Meloni: No, la partita sui biocarburanti non è affatto persa. Intanto è vinta la partita sulla neutralità tecnologica, che è la condizione per riconoscere i biocarburanti. Mi pare che anche sul tema della neutralità tecnologica – cioè di stabilire il principio che, fermi restando i target che noi condividiamo e siamo pronti a centrare, poi quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quei target non sia un dogma che deve essere imposto, ma debba essere anche una valutazione complessiva, anche sulla base delle tecnologie di cui ogni nazione dispone – sia la cosa più importante e sia un elemento sul quale io trovo molta convergenza, anche ad esempio con la Francia, che pone la stessa questione in tema di neutralità tecnologica su altri fattori. Dopo di che, noi stiamo dimostrando come anche i biocarburanti rispettano le emissioni zero e quindi non c’è neanche bisogno di specificarlo tecnicamente, perché se la tecnologia risponde a quei target, quella tecnologia può essere utilizzata. Quindi penso che anche lì le cose stiano andando bene, oggetto di discussione, confronto, di approfondimento, ma mi pare che rispetto al testo iniziale il lavoro che si sta facendo per riconoscerla, la neutralità tecnologica, sia già una vittoria.

Domanda: Però se la Germania raggiunge il suo accordo, come pare sia imminente, l’Italia di fatto resta nell’impossibilità di formare una minoranza di blocco [inaudibile].
Presidente Meloni: No guardi, questa è una lettura secondo me imperfetta nel senso che la Germania lavora soprattutto per i carburanti chimici e vuole avere la certezza, da quella che è la mia ricostruzione, che si facciano le verifiche necessarie. E questo è corretto, come noi chiediamo sui biocarburanti e stiamo facendo sostanzialmente la stessa cosa: per questo c’è stata una convergenza tra noi e la Germania, nel tentativo di non dire c’è solo l’opzione dell’elettrico, ci sono altre opzioni, come l’idrogeno, biocarburanti, carburanti chimici, che devono essere approfondite. La Germania ha tenuto questa posizione, noi abbiamo tenuto questa posizione, vediamo cosa accadrà con i carburanti chimici, noi dimostreremo che i biocarburanti possono essere una tecnologia ugualmente a emissione zero e quindi, nell’aver riconosciuto la neutralità tecnologica, tutto rientra.

Domanda: Presidente ci sarà una missione italo-francese in Tunisia?
Presidente Meloni: Sì, ci sarà. C’è una missione a livello di Ministri degli Esteri. Ce ne sono diverse, che in questo momento si stanno muovendo verso la Tunisia ed io ne sono contenta perché ho posto il tema della Tunisia, anche in Consiglio europeo. Nel senso che forse non tutti sono consapevoli dei rischi che si stanno correndo rispetto alla vicenda tunisina e della necessità di sostenere la stabilità in una nazione che ha a forti problemi finanziari e che, se non dovessimo affrontare adeguatamente quei problemi, rischia di scatenare un’ondata migratoria oggettivamente senza precedenti. Quindi sicuramente c’è molto impegno su questo. Io ne ho parlato anche con il Commissario Gentiloni, che sarà lì nei prossimi giorni per cercare di fare quello che la Commissione può fare, che l’Unione Europea può fare, anche se a monte la questione cardine fondamentale è il Fondo Monetario Internazionale. È quindi un lavoro diplomatico che va fatto per convincere entrambe le parti, Fondo Monetario e Governo tunisino, a chiudere questo accordo per stabilizzare finanziariamente la regione.

Domanda: Quindi non crede ad una forma di assistenza macroeconomica europea?
Presidente Meloni: La forma di assistenza macroeconomica europea è ricompresa nel lavoro del Fondo Monetario Internazionale, è all’interno dello stesso pacchetto. Paolo Gentiloni parlerà sicuramente di questo ma, a monte, è molto importante lo sblocco da parte del Fondo Monetario Internazionale. Dopodiché io credo che ci siano altri possibili investimenti che devono essere fatti in Tunisia, ma che sono più investimenti infrastrutturali piuttosto che finanziari, sui quali il ruolo del Fondo Monetario rimane molto importante.

Domanda: Ci sono rischi sull’erogazione della prossima tranche del PNRR, Presidente?
Presidente Meloni: No, non vedo assolutamente rischi. C’è un lavoro molto serio, molto collaborativo. Noi abbiamo ereditato una situazione che sicuramente richiede di lavorare molto velocemente ed è quello che stiamo facendo insieme alla Commissione. Ho parlato adesso con Ursula von der Leyen. Mi pare che la Commissione apprezzi molto il lavoro serio che sta facendo l’Italia da questo punto di vista. Tutte le decisioni che si prendono sono decisioni che stiamo condividendo. Non vedo rischi.

Domanda: Sulle nomine c’è qualche tensione con gli alleati, in particolare con la Lega?
Presidente Meloni: No, guardi sulle nomine non ci sono tensioni. Anche su questo stiamo lavorando con grande serietà, nonostante le ricostruzioni che leggo ogni giorno che sono divertentissime, se posso dire la mia, su questa materia. È un lavoro che cerchiamo di fare guardando all’interesse nazionale italiano perché le società delle quali parliamo sono società molto importanti per il nostro sistema, per la nostra credibilità. Ci sono, sì, interlocuzioni a 360 gradi ma che guardano al merito delle persone e della questione.

Domanda: Le volevo chiedere del nucleare: la posizione della Francia la condividete?
Presidente Meloni: Guardi, io condivido la posizione sulla neutralità tecnologica, quindi sì. Penso che tutte le tecnologie che possono garantire gli obiettivi che l’Unione Europea si è data debbano essere riconosciute, indipendentemente da quello che i singoli Stati membri intendano poi fare nell’utilizzo di quella tecnologia, quindi indipendentemente da quella che poi può essere la scelta italiana in tema di nucleare. Se le altre Nazioni vogliono utilizzare una tecnologia che rispetta determinati target, secondo me è giusto che lo possano fare.

Domanda: So, you are against the ban on combustion engines [inaudibile]. What is the biggest problem from combustion engines on your perspective?
Domanda: lei è contraria al divieto dei motori a combustione [inaudibile]. Qual è il problema maggiore dei motori a combustione dal suo punto di vista? (traduzione di cortesia)
Presidente Meloni: The problem is that we cannot help the environment destroying our industries. So we need a stability between environmental sustainability, economic sustainability, social sustainability, and I think that Europe can do that, that we can put all these things together and that is what we are working on.
Presidente Meloni: Il problema è che non possiamo aiutare l’ambiente distruggendo le nostre industrie. Quindi abbiamo bisogno di una stabilità tra sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, sostenibilità sociale, e penso che l’Europa possa farcela, che possiamo mettere insieme tutti questi aspetti ed è su questo che stiamo lavorando. (traduzione di cortesia)

Domanda: Presidente, la Francia è allineata all’Italia sul Patto di stabilità, sullo scorporo degli investimenti strategici?
Presidente Meloni: Mi pare che ci sia un ampio allineamento su questa materia, ma banalmente perché, come dicevo prima, le regole servono per sostenere una strategia. Se noi ci diamo una strategia e la strategia è la doppia transizione, riguarda anche la materia geopolitica e il sostegno all’Ucraina, poi bisogna immaginare regole che sostengano quelle scelte, altrimenti rischiamo un’Unione monca, che non riesce a dare al meglio le risposte agli Stati membri sugli obiettivi che si è data insieme agli Stati membri.
Grazie, buon lavoro e arrivederci.

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