Così Papa Francesco nella Catechesi di Mercoledì 22 marzo 2023.
Il Pontefice citando l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi di San Paolo VI, e definendola la “magna carta dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo“, ne ha spiegato l’attualità: pur essendo “stata scritta nel 1975, è come se fosse scritta ieri”.
“L’evangelizzazione – ha affermato Papa Francesco – è più che una semplice trasmissione dottrinale e morale. È prima di tutto testimonianza: non si può evangelizzare senza testimonianza; testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo, Verbo Incarnato nel quale la salvezza si è compiuta”.
Testimonianza che per il Papa è “indispensabile, perché, anzitutto, il mondo ha bisogno di «evangelizzatori che gli parlino di un Dio che essi conoscano e che sia loro familiare» – Evangelii nuntiandi, 76″. Non si tratta quindi di “trasmettere un’ideologia o una dottrina su Dio.” Evangelizzare vuol dire invece “trasmettere Dio che si fa vita in me: questo è testimonianza; e inoltre perché «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, […] o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» Evangelii nuntiandi, 41.
E “la testimonianza di Cristo, dunque, è al tempo stesso il primo mezzo dell’evangelizzazione – Evangelii nuntiandi, 41, e condizione essenziale per la sua efficacia – Evangelii nuntiandi, 76, perché sia fruttuoso l’annuncio del Vangelo. Essere testimoni”.
Ciascuno di noi, spiega Papa Francesco, “è chiamato a rispondere a tre domande fondamentali, così formulate da Paolo VI: “Credi a quello che annunci? Vivi quello che credi? Annunci quello che vivi?”.
Per il Papa c” quindi una “armonia”, ovvero il credere a ciò che si annuncia; vivere ciò in cui si crede; annunciare ciò che si vive. E non ci si può “accontentare di risposte facili, preconfezionate”.
Perché “siamo chiamati ad accettare il rischio anche destabilizzante della ricerca, confidando pienamente nell’azione dello Spirito Santo che opera in ciascuno di noi, spingendoci ad andare sempre oltre: oltre i nostri confini, oltre le nostre barriere, oltre i nostri limiti, di qualsiasi genere”.