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Canale Fede e Ragione

Papa Francesco a Kinshasa: no alla corruzione

Papa Francesco 15 marzo 2017

Non farsi ingannare da trappole e false promesse dei corruttori.

Così il Pontefice nell’incontro di ieri, Giovedì, 2 febbraio 2023, con i giovani e i catechisti a Kinshasa. Nello Stadio dei Martiri Papa Francesco ha spiegato che “l’ingrediente fondamentale per un futuro che sia all’altezza” delle proprie aspettative “é l’onestà”. E che essere cristiani vuol dire “testimoniare Cristo”. E per fare ciò nel modo più onesto e corretto, non si dede “lasciarsi imbrigliare nei lacci della corruzione”.

 

Perché “il cristiano non può che essere onesto, altrimenti tradisce la sua identità”. Per il Papa l’onestà è necessarie, e senza “non siamo discepoli e testimoni di Gesù; siamo pagani, idolatri che adorano il proprio io anziché Dio, che si servono degli altri anziché servire gli altri”.

Come è però possibile sconfiggere “il cancro della corruzione, che sembra espandersi e non fermarsi mai ?” Lo spiega San Paolo, nella Lettera ai Romani, con una frase che Papa Francesco definisce “semplice e geniale”: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» – Rm 12,21.

Dobbiamo quindi opporci al male, avvisa il Pontefice rivolgendosi ai fedeli presenti: non lasciarsi vincere e non farsi “manipolare da individui o gruppi che cercano di servirsi di voi per mantenere il vostro Paese nella spirale della violenza e dell’instabilità, così da continuare a controllarlo senza riguardi per nessuno”.

Necessario quindi vincere il male con il bene, essere “trasformatori della società”, e “convertitori del male in bene, dell’odio in amore, della guerra in pace”. Per esserlo è sufficiente scegliere. Le scelte, spiega Papa Francesco, sono un tesoro che non può essere rubato. Così si può scegliere di compiere sempre il bene, e impedire che la propria esistenza “sia trascinata dalla corrente inquinata”. Evitando di farsi “portare come un tronco secco in un fiume sporco”. E indignandosi, “senza mai cedere alle lusinghe, suadenti ma avvelenate, della corruzione”.

La testimonianza di Floribert Bwana Chui, morto per non cedere alla corruzione.

Il Pontefice ha poi ricordato l’esempio di Floribert Bwana Chui, che “quindici anni fa, a soli ventisei anni, venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, che avrebbero danneggiato la salute della gente”. Avrebbe potuto non fare finta di nulla, senza essere scoperto e anzi guadagnandoci. Al contrario, essendo cristiano, p”regò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione”.

Questo, ha spiegato il Papa, è un esempio di come lottare contro le tentazioni della corruzione, tenendo “le mani pulite, mentre le mani che trafficano soldi si sporcano di sangue”. Allo stesso modo, ha esortato, “se qualcuno ti allungherà una busta, ti prometterà favori e ricchezze, non cadere nella trappola, non farti ingannare, non lasciarti inghiottire dalla palude del male”. Non si deve lasciare “vincere dal male”, né “credere alle trame oscure del denaro, che fanno sprofondare nella notte”. Necessario al contrario “essere onesti”; che vuol dire “brillare di giorno, è diffondere la luce di Dio”. In questo modo si vive “la beatitudine della giustizia”: vincendo il male con il bene.

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