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Papa Francesco: no a superstizioni, catastrofismi e complottismi

Papa Francesco 15 marzo 2017

Il Papa: no a falsi profeti di superstizioni, catastrofismi e false notizie.

Così il Pontefice nell’omelia per la Santa Messa di ieri, Domenica 13 novembre 2022, nella Basilica di San Pietro. Il Papa ha ricordato l’insegnamento di Gesù, di “discernere il tempo che viviamo, per rimanere discepoli del Vangelo anche in mezzo agli sconvolgimenti della storia”, come quelli che stiamo vivendo in questi anni.

Gesù, spiega Papa Francesco, vuole liberarci “dalla tentazione di leggere i fatti più drammatici in modo superstizioso o catastrofico, come se fossimo ormai vicini alla fine del mondo e non valesse la pena di impegnarci più in nulla di buono”. Non dobbiamo pensare in questo modo, diversamente saremmo guidati dalla paura, e arrivare persino a “cercare risposte con morbosa curiosità nelle fandonie di maghi o oroscopi, che non mancano mai”.

Una abitudine purtroppo di molti cristiani, che “vanno a visitare i maghi” e “cercano l’oroscopo come se fosse la voce di Dio”. Oppure si affidano  “a fantasiose teorie propinate da qualche messia dell’ultim’ora, in genere sempre disfattisti e complottisti”. E la stessa “psicologia del complotto è cattiva, ci fa male”.

La fede autentica, e l’autentico Spirito del Signore, è in contrasto con “l’andare a cercare i guru”, così come questo “spirito di complotto”. Fantasie e superstizioni dove non troviamo Dio. Mentre lo stesso “Gesù ci avverte: Non lasciatevi ingannare, non lasciatevi abbagliare da curiosità credulone, non affrontate gli eventi mossi dalla paura, ma imparate piuttosto a leggere gli avvenimenti con gli occhi della fede, certi che stando vicini a Dio «nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto».

Certo ci troviamo spesso di fronte ad “eventi drammatici, situazioni di dolore, guerre, rivoluzioni e calamità”, così come accade in questo periodo. Attenzione però, avverte il Papa, Gesù ci insegna “che tutto questo non è la fine”. E non è una ragione valida “per lasciarsi paralizzare dalla paura o cedere al disfattismo di chi pensa che ormai sia tutto perduto e sia inutile impegnarsi nella vita”.

Dio non vuole che ci lasciamo “atrofizzare dalla rassegnazione”; o che cediamo allo scoraggiamento, anche in situazioni complesse e drammatiche come quella attuale. Perché “Dio è il Dio della risurrezione e della speranza, che sempre risolleva”. Che ci aiuta a “rialzare lo sguardo, ricominciare e ripartire”.

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