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L’appello di Papa Francesco per il cessate il fuoco in Ucraina

Papa-Francesco-Piazza-San-Pietro

Il Papa si rivolge a Putin e Zelensky per fermare la guerra in Ucraina.

Durante l’Angelus di ieri, Domenica 2 ottobre 2022 in Piazza San Pietro, il Pontefice ha rivolto un accalorato appello a Putin, Zelensky e a “tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni” per trovare una vera soluzione di pace in Ucraina. Un appello e una riflessione a cui ha dedicato tutto l’Angelus.

“Il mio appello – ha affermato all’Angelus – si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte”. Allo stesso tempo, “addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita”, Papa Francesco ha rivolto un “altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace”.

Chiedendo a tutti i referenti politici e istituzionali internazionali di fare, dopo sette mesi di conflitto, “tutto quello che è nelle loro possibilità” per terminare “questa immane tragedia”senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo”. Perché “la guerra in sé stessa è un errore e un orrore!”

Il Papa ha auspicato che sia possibile fare “respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che – ha esclamato – è una pazzia !”

Una guerra “talmente grave” e “devastante” da costituire una minaccia per il mondo e “da suscitare grande preoccupazione”. Questo conflitto, ha affermato il Pontefice, è una “terribile e inconcepibile ferita dell’umanità” che “anziché rimarginarsi, continua a sanguinare sempre di più, rischiando di allargarsi”.

Il Papa ha spiegato di essere afflitto per “i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi”. E addolorato per “le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori”.

Azioni che “non possono mai essere giustificate, mai !” ha esclamato. A cui si aggiunge l’angoscia del mondo che sta apprendendo “la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili”. E della nuova assurda minaccia, che si sperava superata per sempre dopo gli anni della Guerra fredda, di una guerra atomica.

Papa Francesco si è chiesto che altro debba accadere, e “quanto sangue” debba “ancora scorrere” perché si arrivi a capire “che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione”.

Rinnovando, “in nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore”, il proprio appello per un immediato cessate – il – fuoco. Perché finalmente le armi tacciano e sia possibile trovare il modo per arrivare a trattative e a “soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili.”

Che saranno tali e accettabili solo in quanto “fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni”.

Il Papa ha fortemente deplorato “la grave situazione creatasi negli ultimi giorni” e che ha visto”ulteriori azioni contrarie ai principi del diritto internazionale”. Una situazione che accresce anche il rischio di un’escalation nucleare, che porterebbe a “conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale”.

Il pensiero di Papa Francesco per i cittadini di Cuba e della Florida, colpiti dall’uragano Ian, e per le vittime e i feriti di Malang, in Indonesia.

Il Pontefice dopo le preghiere e le riflessioni dell’Angelus ha rivolto il proprio pensiero “alle popolazioni di Cuba e della Florida, colpite da un violento uragano”; pregando Dio di accogliere le vittime, di dare “conforto e speranza a quanti soffrono” e di sostenere gli sforzi di solidarietà. Subito dopo ha pregato per le persone decedute o ferite a Malang, a causa degli scontri avvenuti dopo una partita di calcio.

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