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Diritti e inclusione

Il ministro Lamorgese ricorda Dalla Chiesa: suo lascito investigativo e morale

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Lamorgese: “Dalla Chiesa ha gettato un seme profondo nella storia della lotta alla mafia”.

Così il ministro dell’Interno Luciano Lamorgese, a Palermo per la commemorazione del generale Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro, e dell’agente della Polizia di Stato Domenico Russo.

Il ministro ha deposto una corona d’alloro sul luogo dell’eccidio mafioso, avvenuto in via Carini il 3 settembre del 1982, e ha partecipato alla Santa Messa officiata nella cattedrale da Monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo metropolita di Palermo.

“Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa – ha affermato Lamorgese – ha gettato un seme profondo nella storia della lotta alla mafia”, con un lascito morale, oltre che investigativo. Dalla Chiesa, ha spiegato il ministro dell’Interno, capì “immediatamente che una delle principali vie per contrastare la mafia era incidere sulla cultura delle persone, a cominciare dai più giovani poiché avrebbero rappresentato la classe dirigente del futuro”. Lasciandoci un monito: non esistono “vie semplici per ottenere risultati”, ma è “indispensabile seguire principi di legalità”.

Lamorgese ha invitato a ripercorrere “la vita e il messaggio” che Dalla Chiesa “ha lasciato in quei 127 giorni in cui è stato prefetto della città dove ha portato tutto il suo vissuto di carabiniere, mandato qui in Sicilia anni prima perché la mafia l’aveva conosciuta da vicino”. Il Generale “descrisse il fenomeno mafioso come mai nessuno aveva fatto prima”.

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