Il Presidente Draghi a Bruxelles per il Consiglio Europeo: Unione Europea istituzione capace di dare sicurezza e prosperità economica.
Così iI Presidente del Consiglio Mario Draghi a a Bruxelles, nella conferenza stampa conclusiva dopo aver partecipato alla Riunione dei Leader dell’Ue e dei Balcani occidentali, al Consiglio europeo e all’Eurosummit, il 23 e il 24 giugno 2022.
Conferenza stampa, introduzione del presidente Draghi
Buonasera a tutti.
È stato un Consiglio europeo a due dimensioni.
Una dimensione è quella esterna all’Unione. L’Unione europea sta crescendo da questo punto di vista, sta diventando sempre più importante. Sta diventando quella Istituzione a cui ormai tutti i Paesi d’Europa guardano come una Istituzione capace di dar loro stabilità, prosperità e sicurezza.
Questo è un passo straordinario nella storia dell’Unione. E’ una dimensione che ha acquistato via via sempre più importanza proprio a causa della guerra in Ucraina. Paesi che prima non avevano pensato di chiedere di entrare nell’Unione, oggi vogliono avere lo status di candidato e lo vogliono avere rapidamente.
L’Ue ha iniziato a rispondere a questa richiesta, ovviamente è un processo complesso. E’ un salto identitario dell’Unione, un passaggio storico in cui l’Unione europea sta acquisendo un’identità diversa, molto più importante di quanto avesse prima.
Con le decisioni sullo status di candidato all’Ucraina, alla Moldova e anche alla Georgia, l’idea, la volontà è quella di avere i sei Paesi dei Balcani occidentali membri dell’Unione. I processi naturalmente sono lunghi, ma queste decisioni sono state prese. E, implicitamente, si è deciso che questo processo così esigente, burocratico per poter essere ammessi all’Unione, rimarrà esigente – perché è importante che queste riforme che si chiedono ai Paesi vengano attuate – ma sarà molto, molto meno burocratico. L’Unione così proietta un’immagine meno arcigna, meno burocratica di quanto avesse fatto in passato, meno fiscale e molto più aperta e cooperativa. Perché cooperativa? Perché l’avere lo status di candidato, i negoziati successivi, la fine e lo status di membro continueranno a richiedere un forte impegno dei governi. Quindi il conseguimento di queste varie qualifiche continuerà a essere dipendente dalla performance dei vari Paesi, cioè del grado con cui questi Paesi saranno capaci di attuare queste riforme. Quello che è cambiato è la disponibilità dei Paesi dell’Unione, dell’Unione stessa, della Commissione ad aiutare questi Paesi a compiere le riforme. È un primo passo molto importante in questo senso.
L’altro aspetto che è stato celebrato è l’entrata della Croazia nell’area dell’euro. Anche questo è un fatto che sviluppa la dimensione esterna dell’Unione. Man mano l’Unione sta acquisendo un’identità che non aveva prima. A proposito, i dati recenti dell’Eurobarometro mostrano un sostegno per l’Unione europea e per l’essere membro dell’Unione europea come non era mai stato in passato. Tutti gli indicatori, con riferimento ad esempio all’euro, all’Unione, mostrano un grado di adesione da parte dei cittadini europei come non aveva mai avuto nel passato.
C’è poi una dimensione interna all’Unione, che è una dimensione piena di sfide. È quella che ha che fare con l’inflazione, con l’economia. L’economia italiana ancora sta andando benino, anche grazie al turismo che sta crescendo certamente molto di più delle aspettative. Ma in generale nell’area dell’Euro – soprattutto a causa dei prezzi dell’energia e dell’inflazione in generale – le previsioni per l’economia sono di un rallentamento un po’ in tutti i paesi.
Quello che è importante ricordare per noi, in Italia, è che siamo impegnati a proteggere, a sostenere il potere d’acquisto degli italiani. Questo è importante ed è essenziale per tanti aspetti. Uno dei quali è la pace sociale, la pace nelle relazioni industriali. A questo proposito è mia intenzione convocare l’incontro con le parti sociali al più presto, la prossima settimana o entro 15 giorni, al ritorno del Summit.
Al Consiglio si è parlato molto anche di energia, di cosa fare per i prezzi così alti. In merito aggiungo due considerazioni. La prima riguarda l’Italia: noi ci stiamo preparando per l’inverno naturalmente e gli stoccaggi stanno andando molto bene. Per quanto riguarda la dipendenza dal gas russo, l’anno scorso era il 40% mentre oggi è il 25%. Quindi le misure che il governo ha messo in campo, già proprio dall’inizio della guerra, cominciano a dare i risultati. In altre parole altri fornitori di gas cominciano a sostituire il gas russo.