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Etica e bioetica

Gino Strada: adesso è più difficile combattere egoismi e individualismi

Gino_Strada_2010

Gino Strada ci ha lasciato ieri, e la sua morte complica la lotta contro materialismi, egoismi e individualismi.

Da ieri è più difficile proteggere e aiutare i più deboli contro guerre, ingiustizie e catastrofi. La scomparsa di Gino Strada, medico, attivista, chirurgo di guerra e fondatore di Emergency, crea un vuoto che sarà difficile risolvere in questi prossimi anni. Non che la figlia Cecilia e l’attuale dirigenza di Emergency non siano all’altezza dei propri compiti, ma il ruolo di Strada era anche nella sua autorevolezza, nella conoscenza dei territori, delle problematiche, degli interlocutori e degli equilibri reciproci, nelle relazioni intrecciate in decenni di aiuto e soccorso agli ultimi.

E mancherà il suo contributo per cercare di rendere questa società davvero più giusta, inclusiva e responsabile. Lottando contro gli egoismi stereotipati che spingono a colpevolizzare le persone sbagliate, perché è più semplice, “comodo” e meno rischioso. Contro “quest’idea imbecille d’una società violenta e rancorosa”, come Strada disse in una intervista al Corriere  della Sera, “che ti spinge a trovare chi sta peggio di te e a dargli la colpa dei tuoi guai. Mai uno di loro che punti il dito su quelli che stanno meglio, eh?”

Perché si cerca e si colpevolizza un capro espiatorio, mentre i veri colpevoli, le classi dirigenti che per decenni hanno tratto profitti e benefici da ingiustizie, sfruttamento e drammi, sono troppo scomodi da accusare.

Immagine: Gino Strada al nono incontro nazionale di Emergency a Firenze, nel 2010

Foto: cortesia di Matteo Masolini.

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