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Religione

Papa Francesco: digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze

Papa Francesco all’Angelus: digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze.

Così il pontefice ha salutato i fedeli alla fine dell’Angelus di domenica 28 febbraio 2021, nella seconda domenica di Quaresima e nella Giornata Mondiale delle Malattie Rare. Esortando a non cadere nei vizi di pettegolezzi e maldicenze. “Auguro a tutti un buon cammino in questo tempo di Quaresima”, ha affermato Papa Francesco, consigliando un digiuno particolare: “un digiuno che non vi darà fame: digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze. È un modo speciale. In questa Quaresima non sparlerò degli altri, non farò chiacchiere… E questo possiamo farlo tutti, tutti. È un bel digiuno, questo”.

Il Papa ha esortato anche a non dimenticare di leggere ogni giorno “un brano del Vangelo, portare il Vangelo piccolo in tasca, nella borsa, e prenderlo quando si può, qualsiasi brano”.

La Giornata Mondiale delle Malattie Rare.

“Oggi ricorre la Giornata Mondiale delle Malattie Rare” – ha ricordato il pontefice salutando i rappresentanti di alcune associazioni presenti in piazza San Pietro. Spiegando che “nel caso delle malattie rare è più che mai importante la rete di solidarietà tra i familiari”, a cui contribuiscono le associazioni attive in questi ambiti. Una rete che “aiuta a non sentirsi soli e a scambiarsi esperienze e consigli”.

Papa Francesco vuole incoraggiare “le iniziative che sostengono la ricerca e la cura”, e ha espresso la propria “vicinanza ai malati, alle famiglie”, e soprattutto ai bambini. Esortando a “stare vicino ai bambini malati, i bambini che soffrono, pregare per loro, fare sentire loro la carezza dell’amore di Dio, la tenerezza”. E curarli anche con la preghiera. “Preghiamo per tutte le persone che hanno queste malattie rare, – ha affermato – specialmente preghiamo per i bambini che soffrono.

La seconda domenica di Quaresima.

Papa Francesco ha spiegato che questa “seconda domenica di Quaresima ci invita a contemplare la trasfigurazione di Gesù sul monte, davanti a tre dei suoi discepoli (cfr Mc 9,2-10). Poco prima, Gesù aveva annunciato che, a Gerusalemme, avrebbe sofferto molto, sarebbe stato rifiutato e messo a morte”. Il pontefice invita “ad immaginare cosa dev’essere successo allora nel cuore dei suoi amici, di quegli amici intimi, i suoi discepoli: l’immagine di un Messia forte e trionfante viene messa in crisi, i loro sogni vengono infranti, e li assale l’angoscia al pensiero che il Maestro in cui avevano creduto sarebbe stato ucciso come il peggiore dei malfattori. E proprio in quel momento, con quell’angoscia dell’anima, Gesù chiama Pietro, Giacomo e Giovanni e li porta con sé sulla montagna”.

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