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Video: 4CH, l’Italia guida la rete europea per il patrimonio culturale

INFN Laboratorio di spettrometria di massa per il patrimonio culturale

Video: 4CH, l’Italia guida la rete europea per il patrimonio culturale.

Parte in questi giorni 4CHnet, il progetto del primo Centro di Competenza europeo per la conservazione del patrimonio culturale. 4CHnet coordinerà una rete multidisciplinare di esperti di 19 partner pubblici e privati e coinvolgerà 13 stati dell’Unione Europea.

Il progetto 4CHnet.

Laboratorio di spettrometria di massa per il patrimonio culturale.

Pubblichiamo il testo integrale dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Parte in questi giorni il progetto 4CH (Competence Centre for the Conservation of Cultural Heritage), per la creazione del primo Centro di Competenza europeo per la conservazione del patrimonio culturale. 4CH sarà una grande rete virtuale distribuita che vede coinvolti 19 partner, pubblici e privati di 13 paesi, coordinata dall’Italia dell’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Il progetto, che è stato finanziato con quasi 3 milioni di euro nell’ambito di Horizon 2020, sarà operativo in tre anni, al termine della prima fase che servirà per costituire l’infrastruttura logistica e gestionale.

L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), capofila del progetto, partecipa tramite la rete per i beni culturali Cultural Heritage Network (CHNet). Coinvolte le strutture INFN di Firenze, LNF, LNGS e CNAF che si concentreranno su coordinamento, modellizzazione 3D, cloud e gestione Big data.

I Laboratori Nazionali del Gran Sasso, grazie alle proprie competenze tecnologiche saranno coinvolti nelle attività di modellazione digitale in 3D degli oggetti d’arte e nelle analisi scientifiche, come supporto alla conservazione e al restauro.

“La grande esperienza tecnologica dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso in ambito di progettazione parametrica, simulazioni multifisiche, additive manufacturing plastico e metallico, caratterizzazione di materiali innovativi ed analisi digitali ad elevata risoluzione”, riporta Donato Orlandi, responsabile dell’unità di Industrial Design dei LNGS e coordinatore INFN della prima sezione del progetto 4CH, “verrà utilizzata per la definizione dei requisiti e dell’operatività del futuro Centro di Competenza Europea, dalla mappatura dei rischi strutturali alla digitalizzazione e gestione avanzata di assiemi complessi per la protezione, conservazione e fruizione del patrimonio culturale internazionale”

L’obiettivo principale di 4CH sarà preservare il patrimonio culturale europeo, sfruttando le più innovative tecnologie digitali esistenti. Un’alleanza tra arte, scienza e tecnologia, che consentirà di realizzare modelli 3D dei maggiori siti e monumenti europei, integrati con i risultati delle analisi diagnostiche sui materiali, per costituire una documentazione ricca e preziosa, e in continuo aggiornamento. I dati e le informazioni saranno messi a disposizione di esperti di varie discipline, che lavoreranno in modo integrato per monitorare lo stato di salute del nostro patrimonio culturale, valutare i rischi a cui è sottoposto, e definire interventi di restauro o ricostruzione in caso di danno dovuto al naturale degrado o a disastri ambientali.

“La partecipazione a questo progetto rappresenta un elemento di continuità ed un importante riconoscimento all’impegno che, ormai da tempo, i LNGS profondono nel settore dei beni culturali. Nel corso degli anni i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, utilizzando tecniche di spettrometria di massa che permettono lo studio della composizione chimica dei reperti e la misura dei rapporti isotopici utili per formulare ipotesi circa la provenienza geografica hanno collaborato a diversi studi effettuati su vari reperti archeologici”, dichiara Stefano Nisi, responsabile ai LNGS di CHNet.

“Tra i principali reperti analizzati con queste tecniche, possiamo ricordare i lingotti di piombo di epoca romana recuperati in navi affondate durante il trasporto nel bacino del Mediterraneo, oggetti metallici rinvenuti dagli scavi nel villaggio nuragico di Sant’Imbenia in Sardegna e una consistente quantità di monete risalenti al III-I secolo a.c. riportate alla luce durante scavi a Pompei.“ conclude Nisi.

L’intera infrastruttura di 4CH si baserà su una infrastruttura cloud dei beni culturali per l’archiviazione e la gestione dei dati e sfrutterà un sistema di calcolo ad alte prestazioni (HPC) per elaborazioni complesse, grazie anche all’impiego di intelligenza artificiale. I servizi informatici si inquadrano nel modello federato di cloud europeo di EOSC.

I partner principali

Il partenariato è formato da soggetti pubblici, come PIN di Prato (società consortile di servizi didattici e scientifici per l’Università di Firenze), Università di Bologna, Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) a cui si affianca l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del MiBACT, e soggetti privati come INCEPTION (spin-off dell’Università di Ferrara), che metterà a disposizione di aziende e operatori del settore conoscenze, competenze, tecnologie e servizi per la preservazione e la conservazione di opere, monumenti e siti.

Sito web del progetto: https://www.4ch-project.eu/.

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