Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Lavoro

Vogliamo raccontare il mobbing in teatro, al cinema e in tv

Il progetto Storie di mobbing era nato per affrontare la questione mobbing dal punto di vista giornalistico, e in un secondo momento in modi narrativi.

Quando abbiamo pensato il progetto Storie di mobbing, avevamo pensato anche all’utilità di affrontare il tema del mobbing a teatro, al cinema e in televisione. In modi non necessariamente solo drammatici: anzi analizzando pure il lato grottesco e ridicolo che spesso caratterizza il mobbing e i comportamenti dei mobber. Una declinazione del progetto che avremmo quasi rimandato ad una seconda fase, se non fosse arrivata questa pandemia. Che ha rallentato tutto, comprese le iniziative che stavamo portando avanti per arrivare ad una Legge contro il mobbing.

Abbiamo così deciso di rallentare la pubblicazione delle storie di mobbing sul sito web, per lavorare alla realizzazione di un progetto completo, che racconti il mobbing in tutte le sue declinazioni e da tutti i punti di vista: giornalistico, narrativo, letterario, drammaturgico. Per sensibilizzare nel modo più efficace persone e istituzioni. E per raccontare le sofferenze e le vicende lavorative, professionali, umane, e relative implicazioni giudiziarie, di chi è vittima di questi comportamenti disumani. Che integrano spesso le fattispecie di diversi e gravi reati.

Ad oggi purtroppo in Italia il mobbing non è ancora riconosciuto organicamente come un reato. Nè esiste una Legge specifica che protegga i lavoratori in tali casi e preveda risarcimenti specifici. Per questo abbiamo lanciato una Petizione che finora ha raccolto oltre 60mila firme. Vedi Petizione per una Legge contro mobbing e mobber e a sostegno delle vittime.

Sono invece però già riconosciuti i reati compiuti ai danni del mobbizzato: quali possono essere ad esempio minacce, estorsioni, calunnie, truffe, demansionamenti, dequalificazioni e licenziamenti illeciti, danni personali, psichici, etc.

Fino ad integrare – ci sono già precedenti di Sentenze – l’associazione a delinquere, quando tali reati – come accade spesso – sono compiuti da più persone con l’obiettivo dichiarato di sfruttare, discriminare, emarginare, isolare e cacciare il mobbizzato. Come abbiamo accennato in due precedenti articoli, vogliamo quindi portare le vicende di chi è vittima di mobbing anche in teatro. Realizzando un’opera a più voci: quella dei mobbizzati appunto. E in una versione – tra libro, film, docufilm e fiction – destinata al web e alla tv.

Con un taglio narrativo che non deve essere necessariamente drammatico, o non solamente drammatico. Per raccontare quanto possono essere drammatici, cinici e ingiusti, e allo stesso temo surreali e a volte persino ridicoli, i comportamenti dei cattivi di queste storie: i mobber. Che, non dobbiamo dimenticare, non sono persone che agiscono sempre razionalmente. Anzi la stessa volontà di distruggere il mobbizzato è irrazionale, oltre che ingiusta e senza reali ragioni aziendali. E dovuta sia alla difesa di propri interessi illeciti, sia a una percezione non reale né equilibrata dei rapporti di potere e delle relazioni tra le persone.

Un crowdfunding innovativo – anche di storie – e sponsorizzazioni.

Storie di mobbing vuole essere un progetto no profit etico e sociale. Socialmente solidale, senza connotazioni politiche. E, ove possibile, un modo per fare Giustizia. Nell’ambito di di un progetto solidale in crowdfunding, che prevede un sito web, pagine social, un libro e ogni altro utile mezzo mediatico. Se sarà utile e possibile anche un film – docufilm o una serie tv – web. Per una maggiore consapevolezza e informazione su questo problema sociale. Che colpisce i lavoratori, le loro famiglie, e le stesse aziende dove operano i mobber.

Abbiamo quindi deciso – assistiti come di consueto dallo Studio Legale Andreozzi – di lanciare una sorta di innovativo crowfunding misto: ovvero sia economico che intellettuale. Chi vuole potrà contribuire al progetto, come di solito avviene in casi di crowdfunding, in vari modi.

  • Volontariamente, come fanno già alcune persone, aiutandoci a farlo conoscere e a sostenerlo nei limiti di possibilità, capacità e tempo.
  • Attraverso Sponsorizzazioni e partnership
  • Con una sorta di Crowdfunding personale e intellettuale, ovvero raccontando la propria vicenda.

Potete proporre le vostre storie, o proporvi per collaborare al progetto, scrivendo alla mia email pcentofanti@gmail.com.

Paolo Centofanti, direttore Fede e Ragione, direttore SRM – Science and Religion in Media.

Le petizioni: per una Legge contro il Mobbing, e contro cyberbullismo, cyberstalking e cybermobbing.

Nel frattempo vi ricordiamo di nuovo le nostre petizioni e vi chiediamo di firmarle, ricordando anche che è necessario confermare la firma tramite l’email che vi arriverà – per ciascuna delle due petizioni – dalla piattaforma Change.org.

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