Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Lavoro

Parlare di mobbing in teatro, al cinema, in tv

Storie di mobbing nasce come progetto giornalistico, e si sta evolvendo anche in una versione teatrale, cinematografica e televisiva.

Per raccontare sofferenze e vicende lavorative, professionali, umane, e relative implicazioni giudiziarie, di chi è vittima di questi reati disumano e amorale. Parliamo di reati al plurale, perché purtroppo in Italia il mobbing ancora non è riconosciuto organicamente come un reato – vedi Petizione. Sono invece però riconosciuti i reati compiuti ai danni del mobbizzato: ad esempio minacce, estorsioni, calunnie, truffe, demansionamenti, dequalificazioni e licenziamenti illeciti, danni personali, psichici, etc.

Fino ad integrare – ci sono già precedenti di Sentenze – l’associazione a delinquere, quando tali reati – come accade spesso – sono compiuti da più persone con l’obiettivo dichiarato di sfruttare, discriminare, emarginare, isolare e cacciare il mobbizzato. Come abbiamo accennato in due precedenti articoli, vogliamo quindi portare le vicende di chi è vittima di mobbing anche in teatro. Realizzando un’opera a più voci: quella dei mobbizzati appunto. E in una versione – tra film, docufilm e fiction – destinata al web e alla tv.

Con un taglio narrativo che non deve essere necessariamente drammatico, o non solamente drammatico. Per raccontare quanto possono essere drammatici, cinici e ingiusti, e allo stesso temo surreali e a volte persino ridicoli, i comportamenti dei cattivi di queste storie: i mobber. Che, non dobbiamo dimenticare, non sono persone che agiscono sempre razionalmente. Anzi la stessa volontà di distruggere il mobbizzato è irrazionale, oltre che ingiusta e senza reali ragioni aziendali. E dovuta sia alla difesa di propri interessi illeciti, sia a una percezione non reale né equilibrata dei rapporti di potere e delle relazioni tra le persone.

Un crowdfunding innovativo – anche di storie – e sponsorizzazioni.

Storie di mobbing vuole essere un progetto no profit etico e sociale. Socialmente solidale, senza connotazioni politiche. E, ove possibile, un modo per fare Giustizia. Nell’ambito di di un progetto solidale in crowdfunding, che prevede un sito web, pagine social, un libro e ogni altro utile mezzo mediatico. Se sarà utile e possibile anche un film – docufilm o una serie tv – web. Per una maggiore consapevolezza e informazione su questo problema sociale. Che colpisce i lavoratori, le loro famiglie, e le stesse aziende dove operano i mobber.

Abbiamo quindi deciso – assistiti come di consueto dallo Studio Legale Andreozzi – di lanciare una sorta di innovativo crowfunding misto: ovvero sia economico che intellettuale. Chi vuole potrà contribuire al progetto, come di solito avviene in casi di crowdfunding, in vari modi.

  • Volontariamente, come fanno già alcune persone, aiutandoci a farlo conoscere e a sostenerlo nei limiti di possibilità, capacità e tempo.
  • Attraverso Sponsorizzazioni e partnership
  • Con una sorta di Crowdfunding personale e intellettuale, ovvero raccontando la propria vicenda.

Potete proporre le vostre storie, o proporvi per collaborare al progetto, scrivendo alla mia email pcentofanti@gmail.com.

Paolo Centofanti, direttore Fede e Ragione, direttore SRM – Science and Religion in Media.

Le petizioni: per una Legge contro il Mobbing, e contro cyberbullismo, cyberstalking e cybermobbing.

Nel frattempo vi ricordiamo di nuovo le nostre petizioni e vi chiediamo di firmarle, ricordando anche che è necessario confermare la firma tramite l’email che vi arriverà – per ciascuna delle due petizioni – dalla piattaforma Change.org.

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