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La preghiera di Papa Francesco per la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa

Nella Messa del Mattino di venerdì 8 maggio, Papa Francesco ha dedicato una preghiera per la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, e per le persone che vi lavorano.

Una preghiera significativa nel periodo di questo emergenza da Coronavirus – Covid19. “Oggi – ha affermato Papa Francesco – si celebra la Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Preghiamo per le persone che lavorano in queste benemerite istituzioni: che il Signore benedica il loro lavoro che fa tanto bene”.

Già nel mese di aprile, in un messaggio indirizzato al direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani di Roma Francesco Vaia, aveva sottolineato l’importante ruolo di medici, infermieri e personale dell’ospedale. “So tutto quello che fanno i medici, gli infermieri, gli ausiliari e gli amministrativi dello Spallanzani” ha affermato. “So che la loro generosità non ha limiti. Vorrei esservi vicino in questo momento ringraziando la vostra testimonianza”.

Il Pontefice ha risposto a Francesco Vaia, che gli aveva scritto una lettera chiedendo un videomessaggio. Dal momento che “non è possibile fare il video-messaggio, – ha scritto Papa Francesco – vorrei che queste righe mi facciano presente tra voi per dire, anche io con voi, che solo assieme possiamo farcela. Grazie, grazie tante!”. Il Papa sigilla ha anche invocato la benedizione di Dio e la protezione della Madonna sui lavoratori dello Spallanzani.

Mentre nel marzo 2019, in coincidenza con il 50mo anniversario dell’AIL – Associazione italiana contro le leucemie linfomi e mielomi, nel proprio messaggio aveva sottolineato il ruolo importante, sanitario e spirituale allo stesso tempo, di medici, infermieri e personale sanitario. “Il ruolo dei medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio – ha affermato Papa Francesco – è sempre più determinante, non solo in termini di professionalità e formazione scientifica, ma anche in campo spirituale, dove sono chiamati alla cura delle persone nella loro totalità di corpo e spirito. La cura non è della malattia, di un organo o di cellule, ma della persona”.

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