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Papa Leone XIV: la speranza cristiana contro la morte nella Messa in suffragio di Papa Francesco

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Papa Leone XIV nella Messa in suffragio per Papa Francesco e i vescovi defunti richiama il cuore della fede : la speranza cristiana che vince la morte

Durante la celebrazione della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, lunedì 3 novembre 2025, Papa Leone XIV ha presieduto nella Basilica Vaticana la Messa in suffragio di Papa Francesco e dei cardinali e vescovi defunti nell’ultimo anno. La sua omelia ha offerto una riflessione intensa sul senso cristiano della morte, sul valore della memoria, sul significato della risurrezione e sulla responsabilità della speranza per i credenti di oggi. In un tempo segnato da paure globali, incertezze e traumi personali e collettivi, il Pontefice ha richiamato la Chiesa a non rassegnarsi, ma a mantenere vivo l’annuncio che vince il buio.

La morte non è l’ultima parola

Papa Leone XIV ha ricordato che la morte non è l’orizzonte finale. L’uomo sperimenta la fragilità del corpo e le conseguenze del male, ma Cristo, con la sua Pasqua, ha aperto l’orizzonte della vita definitiva. La commemorazione dei defunti non è uno sguardo su un passato che non esiste più, ma la scelta di guardare oltre il limite biologico: la vita terrena non è l’ultima pagina. La morte viene riconsegnata alla sua verità più profonda: passaggio, soglia, attesa del compimento.

Il Vangelo dei discepoli di Emmaus come icona

Il Papa ha richiamato la pagina dei discepoli di Emmaus come icona del cammino della speranza cristiana: una strada che parte dalla delusione, attraversa la tristezza, e giunge alla luce della presenza del Risorto. La speranza non è fuga dalla realtà, ma capacità di guardare in avanti anche quando l’esperienza della vita sembra mettere davanti solo perdita, sconfitta, fallimento. La speranza cristiana è evento, incontro, trasformazione. Non nasce da uno sforzo psicologico, ma da una presenza: la presenza del Risorto nel cammino dell’uomo.

I defunti come comunione viva

La commemorazione dei defunti non deve essere vissuta come “separazione definitiva”. La Chiesa proclama la comunione dei santi: i vivi e i defunti sono in comunione reale in Cristo. I cimiteri non sono luoghi che certificano la fine, ma luoghi che attendono la risurrezione. Questa prospettiva cambia anche il modo di vivere il dolore: non annulla la sofferenza, non cancella il lutto, ma lo sottrae alla disperazione. La memoria dei defunti diventa così parte della vita della comunità, momento di interiorizzazione, di consapevolezza, di fede.

La responsabilità dei vivi

Papa Leone XIV ha sottolineato un punto essenziale: la speranza cristiana ha sempre conseguenze sulla vita concreta. Non basta dire che si crede nella risurrezione: occorre che questa fede plasmi gesti, parole, scelte. Il Vangelo ci chiama a prenderei cura della fragilità del prossimo, accogliendo i poveri, i dimenticati, gli ammalati, chi soffre. La speranza cristiana non è evasione spirituale, ma forza che si traduce in giustizia, solidarietà, cura, prossimità.

Un messaggio per la cultura di oggi

La cultura contemporanea tende a rimuovere la morte, oppure a spettacolarizzarla. La comunicazione della morte oscilla spesso tra negazione e sensazionalismo. Il Papa propone un’altra via: riconoscere la morte come fatto reale, e nello stesso tempo leggere quel confine alla luce della risurrezione. La speranza cristiana è una forma culturale: una interpretazione del mondo. Non è solo una consolazione per il singolo credente, è un criterio per la vita sociale. La risurrezione è un evento che cambia lo sguardo: se la morte non è l’ultima parola, allora nessuna sconfitta storica può schiacciare definitivamente il senso della vita.

Conclusione

La Messa del 3 novembre 2025 in suffragio dei cardinali e vescovi defunti è stata molto più di un rito commemorativo. È stata un atto di fede. Papa Leone XIV ha richiamato tutti a non cedere alle logiche della rassegnazione, ma a credere che la speranza cristiana è un cammino reale, concreto, quotidiano. La risurrezione restituisce alla memoria dei defunti la sua dignità più alta, trasformando la tristezza in promessa e la nostalgia in attesa. In un tempo che ha bisogno di orientamento, la parola del Papa si colloca come invito e provocazione: tornare a vivere da risorti, credere nella forza della vita che viene da Dio, imparare a guardare oltre il limite della morte.

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