Dal Colosseo l’appello di Papa Leone XIV all’incontro promosso da Sant’Egidio : preghiera, dialogo interreligioso e responsabilità politica per costruire un futuro senza conflitti
L’appello alla pace in tempi di guerra
Il 28 ottobre 2025, al Colosseo, Papa Leone XIV ha presieduto un momento pubblico di preghiera per la pace, convocato in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio. In apertura del suo discorso, il Pontefice ha salutato «Santità, Beatitudini, Illustri Rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi Religioni mondiali!» sottolineando subito che «i conflitti sono presenti ovunque ci sia vita, ma non è la guerra che aiuta ad affrontarli, né a risolverli. La pace è un cammino permanente di riconciliazione».
Con queste parole Papa Leone XIV pone al centro non solo un’azione simbolica — la preghiera — ma un impegno concreto verso una pace durevole, fondata sulla fraternità tra i popoli e sul dialogo tra religioni.
Preghiera, ascolto, trasformazione del cuore
Uno dei passaggi centrali del discorso evidenzia il ruolo della preghiera: «Il cuore umano deve infatti disporsi alla pace e nella meditazione si apre, nella preghiera esce da sé. Rientrare in sé stessi per uscire da sé stessi». Papa Leone XIV richiama la dimensione interiore: non basta una strategia politica o militare, serve «l’apertura del cuore». Sollecita dunque una conversione personale come presupposto di un cambiamento sociale e internazionale.
Nel contesto attuale, segnato da conflitti prolungati, crisi dei rifugiati, distruzioni e morte, il Pontefice ribadisce con forza: «Basta guerre, con i loro dolorosi cumuli di morti, di distruzioni, esuli!».
E aggiunge che «La preghiera è un movimento dello spirito, un’apertura del cuore. Non parole gridate, non comportamenti esibiti, non slogan religiosi usati contro le creature di Dio». Con questa affermazione, il Pontefice avvisa del rischio che la religione diventi strumento di divisione, anziché di unità.
Il richiamo al dialogo interreligioso e alla fraternità
Nel suo discorso Papa Leone XIV richiama anche la storica convenzione dell’incontro di Assisi del 1986 promosso da San Giovanni Paolo II, sottolineando come «anno dopo anno, sono continuati questi incontri di preghiera e dialogo, che hanno creato un clima di amicizia tra i leader religiosi».
Richiama inoltre la dichiarazione conciliare Nostra aetate emanata durante il Concilio Vaticano II («Il mondo oggi pare essere andato nella direzione opposta, ma noi ricominciamo da Assisi…») come base della relazione tra la Chiesa cattolica e le altre religioni.
In tal modo evidenzia che la pace non è solo assenza di guerra ma “una responsabilità di fraternità”, di cooperazione e di mutuo riconoscimento tra i popoli e le fedi. «Tutti i credenti sono fratelli. E le religioni, da ‘sorelle’, devono favorire che i popoli si trattino da fratelli, non da nemici». È un appello che si rivolge tanto alle autorità religiose quanto ai cittadini comuni: il cambiamento parte dalla “piccola” fraternità quotidiana.
Il tweet di Papa Leone XIV sul proprio profilo ufficiale X
Con la forza della preghiera, con mani nude alzate al cielo e con mani aperte verso gli altri, dobbiamo far sì che tramonti presto questa stagione della storia segnata dalla guerra e dalla prepotenza della forza e inizi una storia nuova. Non possiamo accettare che questa stagione…
— Papa Leone XIV (@Pontifex_it) October 28, 2025
Una priorità politica e morale
Il Papa non limita il suo discorso alla dimensione spirituale e simbolica. Egli afferma con chiarezza che «La cultura della riconciliazione vincerà l’attuale globalizzazione dell’impotenza, che sembra dirci che un’altra storia è impossibile». E ricorda che «Mettere fine alla guerra è dovere improrogabile di tutti i responsabili politici di fronte a Dio. La pace è la priorità di ogni politica».
In questo modo, l’intervento abbraccia anche le dimensioni della politica internazionale, della diplomazia e del diritto: la pace non è un “plus” opzionale ma un obbligo morale e civile. Il Pontefice afferma che Dio chiederà conto «a chi non ha cercato la pace o ha fomentato le tensioni e i conflitti, di tutti i giorni, i mesi, gli anni di guerra». Con questo richiamo, la pace diviene non solo un obiettivo spirituale ma una domanda di giustizia e responsabilità per ciascuno.
Conclusione: osare la pace
L’Incontro di preghiera per la pace al Colosseo rappresenta un momento forte nel cammino di dialogo interreligioso e di impegno civile proposto dalla Chiesa cattolica e dai partner religiosi internazionali. Il discorso di Papa Leone XIV invita tutti — credenti e non, religiosi e laici, governi e società civile — a «osare la pace».
Questo “osare” significa uscire dall’abitudine della guerra, dalla normalizzazione del conflitto e del dolore; significa aprire il cuore alla riconciliazione, fare della preghiera un vero “movimento dello spirito” che si traduce in azioni concrete per la giustizia, la fraternità, il dialogo.
L’intervento del Pontefice costituisce pure un’occasione per riflettere sul ruolo dei media — nella trasmissione del messaggio di pace — e sulla responsabilità della comunicazione nel favorire un clima di riconciliazione, piuttosto che alimentare divisioni.