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La missione della Chiesa in Iraq : Papa Leone XIV invia Monsignor Wachowski come nunzio apostolico

Papa Leone XIV Wachowski Iraq

Nell’ordinazione episcopale del 26 ottobre 2025 il Papa consegna al nuovo Nunzio Apostolico in Iraq il messaggio di umiltà, cura del gregge e dialogo tra culture

Una Chiesa che gioisce e invia

Il 26 ottobre 2025, nella Basilica di San Pietro, il Papa ha presieduto la messa e l’ordinazione episcopale di Mons. Mirosław Stanisław Wachowski, nominato Arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare e Nunzio Apostolico in Iraq. Alla Chiesa di Roma e alla Chiesa universale è restituita la gioia di un nuovo vescovo «figlio della terra polacca» che assume una missione delicata in una terra segnata da storia, sofferenza, ma anche speranza.

Il motto scelto dal nuovo Vescovo, Gloria Deo – Pax Hominibus, richiama direttamente il canto degli angeli a Betlemme (Lc 2,14): «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini». Questa espressione non è solo una formula liturgica, bensì un programma di vita e ministero: glorificare Dio e promuovere la pace tra gli uomini.

Il modello del pubblicano : umiltà prima del servizio episcopale

Nella sua omelia, Papa Leone XIV ha tratto dal Vangelo (Lc 18,9-14) l’immagine del fariseo e del pubblicano come insegnamento per ogni vescovo. Il primo, sicuro di sé, elenca le proprie opere; il secondo, nell’umiltà, supplica: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Gesù proclama che colui che si umilia sarà esaltato.

Il Papa ha richiamato la prima caratteristica del ministero episcopale: l’umiltà. Non l’umiltà delle parole, ma quella del cuore di chi sa di essere “servo” e non “padrone”, pastore e non proprietario del gregge.

Il nuovo Vescovo viene da una terra di laghi, foreste e famiglia contadina, dove ha imparato la contemplazione, la pazienza e la fedeltà. Quelle radici diventano scuola permanente del suo ministero: seminare con pazienza, coltivare con rispetto, attendere con speranza.

La missione in Iraq: comunione, dialogo, speranza

La missione che attende Mons. Wachowski in Iraq non è una semplice nomina diplomatica, ma un servizio pastorale in un contesto complesso: una terra che vede Chiese di riti diversi (caldea, siro-cattolica, greco-cattolica, latina), segnata da guerre, persecuzioni e presenza cristiana millenaria.

Il Papa ha ricordato che il Nunzio Apostolico «è inviato per rafforzare i vincoli di comunione, per promuovere il dialogo con le Autorità civili, per custodire la libertà della Chiesa e favorire il bene dei popoli».

Per Mons. Wachowski, la diplomazia vissuta come obbedienza al Vangelo diventa paternità pastorale e testimonianza della speranza. «Sii sempre uomo di comunione e di silenzio, di ascolto e di dialogo», ha detto il Papa. «Nel tuo sguardo la pace che consola».

Vocazione episcopale : fedeltà e servizio nonostante le sfide

Riferendosi alla lettera di san Paolo a Timoteo (2 Tm 4,7), il Papa ha invitato il Vescovo a «combattere la buona battaglia della fede, non contro gli altri, ma contro la tentazione di chiudersi». Il tratto distintivo del servizio è la fedeltà: a Dio, alla Chiesa, al popolo che gli è affidato.

Il ministero episcopale non è dunque una posizione di potere, ma una chiamata a paternità pastorale, ad accompagnamento, a cura delle ferite dell’umanità, ad essere «custode» e non «padrone». L’immaginario del contadino che cura il campo diventa immagine eloquente del pastore che lavora quotidianamente, con costanza e speranza.

Comunione nella diversità: segno per il mondo

La Chiesa in Iraq è un mosaico di tradizioni, lingue e culture: quella caldea, quella siro-cattolica, quella latina, tra le altre. È un’esperienza ecclesiale che la violenza non ha spento e che oggi chiede di essere segno vivente di comunione. Vaticano

In questo contesto, il servizio del Nunzio diventa segno della Chiesa che non è “contro”, ma “con”, che non uniforma, ma accoglie la pluralità come ricchezza. In una terra segnata dal conflitto, la Chiesa che sa vivere la comunione diventa ponte tra culture, religioni e popoli.

Implicazioni per l’intera Chiesa

L’ordinazione episcopale e l’omelia di Papa Leone XIV contengono un richiamo profondo per l’intera Chiesa: il vescovo – e dunque ogni cristiano – è chiamato a glorificare Dio attraverso la pace degli uomini. Anche in ambienti difficili, la fedeltà al servizio, l’umiltà e la comunione diventano parametri fondamentali.

Il ministero episcopale, lungi dall’essere privilegio, è missione e cura. Il nunzio apostolico è figura che unisce la dimensione ecclesiale e quella civile, testimone della Chiesa “in uscita” che non teme la frontiera, ma la abita come luogo di speranza.

Conclusione

In questo evento liturgico e missionario, Papa Leone XIV ha tracciato con chiarezza la strada dell’episcopato e, implicitamente, della Chiesa in cammino: umiltà, servizio, comunione e apertura al mondo. A Mons. Wachowski l’invito a essere segno vivente di questi valori in una terra che ha bisogno di consolazione, dialogo e pace.

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