Una svolta per la salute metabolica : ridurre la sedentarietà di almeno 30 minuti al giorno
Rimanere seduti troppo a lungo non è solo un problema di postura o di schiena: secondo una nuova ricerca finlandese, basta ridurre la sedentarietà di circa mezzo ora al giorno per osservare miglioramenti nella flessibilità metabolica, un indicatore chiave della salute metabolica e della prevenzione di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2.
La ricerca, intitolata “Successfully Reducing Sitting Time Can Improve Metabolic Flexibility”, è stata condotta su 64 adulti sedentari con sindrome metabolica, che sono stati randomizzati in due gruppi: un gruppo intervento (-, riduzione della sedentarietà e aumento dell’attività non-esercizio) e un gruppo di controllo.
Lo studio
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L’intervento ha avuto una durata di 6 mesi, durante i quali il gruppo “intervento” ha ridotto la sedentarietà di circa 41 minuti al giorno in media.
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Non è stato chiesto di svolgere attività fisica intensa: l’obiettivo era alzarsi, stare in piedi, muoversi più frequentemente, non necessariamente correre o sollevare pesi.
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Le misure utilizzate sono state sofisticate: ossia clamp insulinico-euglicemico, analisi del rapporto respiratorio (RER) e ossidazione di carboidrati/grassi.
I risultati principali
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Nel gruppo intervento non sono emersi cambi significativi in tutti i parametri rispetto al controllo, ma quando gli studiosi hanno analizzato chi ha effettivamente ridotto la sedentarietà di almeno 30 minuti al giorno, hanno visto miglioramenti chiari nella “metabolic flexibility” (capacità del corpo di alternare ossidazione di grassi e carboidrati) e nella sensibilità all’insulina.
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In particolare: chi è riuscito a ridurre la sedentarietà ha mostrato un aumento della quota di ossidazione dei grassi durante esercizio leggero, rispetto a chi è rimasto sedentario.
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Gli autori commentano che “una riduzione quotidiana della sedentarietà di almeno mezz’ora può migliorare la flessibilità metabolica e la sensibilità insulinica, aiutando a prevenire malattie cardiometaboliche in soggetti a rischio”.
Perché è importante la “flessibilità metabolica”
La flessibilità metabolica è la capacità dell’organismo di adattarsi e usare in modo efficiente sia i carboidrati che i grassi come fonte energetica, in diversi momenti (riposo, dopo pasto, attività fisica). Quando tale capacità è compromessa, aumentano i rischi di:
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insulino-resistenza
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accumulatione di grasso ectopico
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maggiore rischio di diabete e malattie cardiache.
Ridurre la sedentarietà, anche senza fare sport intenso, può dare al corpo “più opportunità” di attivare il metabolismo, migliorare la circolazione, stimolare l’ossidazione dei grassi e contrastare l’effetto dannoso delle lunghe ore seduti.
Sedentarietà e mente : effetti oltre il metabolismo
Ridurre il tempo passato seduti non ha benefici solo sul metabolismo, ma anche sulla mente e sul benessere psicologico. Diversi studi collegano la sedentarietà a maggior rischio di ansia, calo di concentrazione e peggioramento dell’umore. Alzarsi, fare brevi camminate o praticare semplici esercizi di stretching durante la giornata stimola la circolazione cerebrale, favorisce la creatività e aiuta a gestire lo stress. In questo senso, ridurre la sedentarietà diventa una strategia di salute integrale, che coinvolge corpo e mente.
Quali sono le implicazioni pratiche per tutti noi
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Non serve iscriversi subito in palestra o fare allenamenti estremi: alzarsi 30 minuti in più al giorno, fare piccoli spostamenti, usare la scrivania in piedi, camminare durante telefonate, sono strategie valide.
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Chi ha uno stile di vita sedentario o già presenta fattori di rischio (obesità, glicemia alta, colesterolo) ne trarrà beneficio in modo particolare.
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Le aziende e i luoghi di lavoro possono rendere più “attiva” la giornata: pause active, riunioni in piedi, spostamenti più frequenti.
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Dal punto di vista della salute pubblica, l’indicazione “meglio poco ma costante” è forte: la sedentarietà non è solo “non fare sport” ma anche “stare troppi minuti seduti senza interruzioni”.
Conclusioni
La ricerca del Turku PET Centre e del UKK Institute suggerisce che spesso mezzo ora in meno di sedentarietà al giorno può fare la differenza tra un metabolismo “pigro” e uno più efficiente. In un mondo dove molte ore le passiamo seduti (scrivania, divano, trasporti), la buona notizia è che piccoli cambiamenti possono contare davvero.
Riposizionare la nostra giornata in modo da muoverci un po’ di più – anche senza palestra – può essere una scelta sanitaria semplice, ma con potenziale di lungo termine.
Fonte PubMed: Successfully Reducing Sitting Time Can Improve Metabolic Flexibility — PMID 40781908 PubMed.
Immagine: elaborazione artistica realizzata con Intelligenza Artificiale.