Nell’udienza generale del 22 ottobre 2025, Papa Leone XIV medita sulla vittoria della vita e sul valore della speranza cristiana contro la tristezza esistenziale.
Un invito alla speranza nel Giubileo 2025
Nell’ambito del ciclo di catechesi per il Giubileo 2025 intitolato «Gesù Cristo nostra speranza», Papa Leone XIV ha dedicato l’udienza generale di mercoledì 22 ottobre 2025 al tema della risurrezione di Cristo come risposta alla tristezza dell’essere umano.
Ha ricordato come la risurrezione non sia solo un evento storico-teologico, ma una realtà che trasforma la vita di ciascuno: essa muta una situazione di perdita, vuoto e disperazione in una prospettiva di nuova vita, luce e gioia.
L’esperienza della tristezza oggi
Il Papa ha evidenziato che la tristezza «invasiva e diffusa» è una delle patologie spirituali del nostro tempo: un sentimento che priva la vita di senso, che rende il cammino quotidiano privo di direzione e speranza.
Ha ripreso il racconto dei due discepoli di Emmaus (Lc 24,13-29) come paradigma della condizione umana: delusi, scoraggiati, in cammino verso una meta ormai fallita. La loro tristezza nasce dalla perdita di speranza, dall’aver visto dissolversi ciò in cui avevano investito.
Cristo risorto: la luce che rompe le tenebre
Nel racconto, i discepoli riconoscono Gesù durante il gesto del pane spezzato: quel momento rappresenta la chiave della trasformazione interiore. Papa Leone XIV sottolinea che la risurrezione di Cristo è un fatto concreto, non solo un simbolo: «non a parole, ma con i fatti, con il suo corpo che conserva i segni della passione».
È quella luce che irrompe nella notte del cuore umano, che scioglie la paralisi della tristezza e riaccende la gioia: «Nei sentieri del cuore – afferma il Pontefice – il Risorto cammina con noi e per noi».
Trasformare il cammino quotidiano
Riconoscere la risurrezione significa cambiare sguardo sul mondo e sulla propria vita. Il Papa ha invitato a contemplare questa realtà ogni giorno, per «restare vigili nello stupore della Pasqua di Gesù risorto».
Non si tratta di attese passive, ma di vivere la speranza nel quotidiano, lasciarsi guidare dalla luce del Risorto nel lavoro, nelle relazioni, nella sofferenza, nei momenti ordinari. È un cammino di conversione, non solo un ricordo liturgico.
Implicazioni per la comunità cristiana
L’udienza ha anche una forte dimensione comunitaria: Papa Leone XIV saluta i pellegrini di molte lingue e Paesi, invitando tutti a diventare testimoni della speranza cristiana.
Nel saluto ai fedeli di lingua francese, tedesca, spagnola, cinese, portoghese e araba, li incoraggia a non cedere alla tristezza, ma ad aprire il cuore alla presenza del Risorto che cammina con noi.
E ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, rinnova l’augurio di crescere nell’amore di Cristo e di diventare missionari del Vangelo anche nel terreno quotidiano.
Rilevanza per il nostro tempo
In un mondo segnato da conflitti, solitudini, crisi personali e sociali, il tema proposto dal Papa appare particolarmente attuale. La tristezza non è solo uno stato d’animo, ma può riflettere il vuoto di significato che si avverte quando l’uomo perde la connessione con la speranza ultima.
La risurrezione di Cristo si pone come risposta non solo teologica ma esistenziale: non offre una fuga dalla realtà, bensì una trasformazione della realtà. Il vigore della speranza cristiana diventa antidoto alla rassegnazione, all’indifferenza, alla caduta morale.
L’udienza generale del 22 ottobre 2025 ci ricorda che la risurrezione di Cristo è il cuore della nostra fede e la sorgente della speranza per ogni uomo e donna. Papa Leone XIV ci invita a non lasciarci sopraffare dalla tristezza, ma a riconoscere la presenza del Risorto in ogni momento della nostra vita.
In questo cammino di luce, ciascuno è chiamato a essere testimone della Pasqua: non solo celebrandola una volta all’anno, ma vivendo nella gioia, nella carità e nell’annuncio. Solo così la risurrezione diventa davvero risposta alle sfide del nostro tempo.