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Papa Leone XIV accoglie Rom, Sinti e Caminanti : dignità, speranza e fede

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Il discorso di Papa Leone XIV al Giubileo dei Rom, Sinti e Caminanti : accoglienza, dignità e speranza in cammino per una Chiesa più inclusiva

Il Pontefice: La speranza è itinerante

Il titolo scelto per l’incontro — «La speranza è itinerante – Mio Padre e mia madre erano aramei erranti» — racchiude una chiave di lettura profonda del messaggio del Papa: la mobilità, l’erranza, il vivere “in cammino” come metafora non solo di una condizione storica-culturale, ma di una vocazione spirituale.

Un saluto ricco di significato

Nel discorso tenuto nell’Aula Paolo VI a Roma, il Papa saluta «Cari fratelli e sorelle Rom, Sinti e Caminanti, benvenuti!». Con queste parole, egli sottolinea due elementi fondamentali: da un lato la dignità e identità delle comunità presenti, dall’altro la presenza di una Chiesa che accoglie. Il riferimento all’esperienza di pellegrinaggio — «Siete venuti a Roma … come pellegrini di speranza in questo Giubileo» — evidenzia che l’incontro non è solo cerimoniale, ma ha una dimensione puramente esistenziale e comunitaria.

Un passato segnato dall’esclusione

Il Papa richiama la storia delle comunità Rom, Sinti e Caminanti, definendole “porzione prediletta del popolo pellegrinante di Dio”. E richiede uno sguardo attento alla loro esperienza di marginalità: «le società progredite vi hanno puntualmente scartato… ai margini delle città, ai margini dei diritti, ai margini dell’educazione e della cultura». Questo richiamo ha una funzione forte: non solo sensibilizzare sulle ingiustizie, ma riconoscere che tali comunità portano un valore culturale e spirituale che la Chiesa vuole valorizzare.

Il paradigma della vita cristiana

Uno dei passaggi più intensi del discorso è quando il Papa afferma: «Essendo più vicini alla condizione di Cristo povero e umiliato, voi ricordate all’umanità quale è il “paradigma della vita cristiana”». In questo modo, egli non considera la condizione itinerante semplicemente come difficoltà da superare, ma come vocazione: la precarietà, l’affidarsi a Dio, il lasciare le sicurezze mondane — tutto ciò diventa occasione di testimonianza.

La cultura itinerante come risorsa

Il discorso non si limita all’identificazione del problema della marginalità: propone anche un rovesciamento di prospettiva. Il Papa indica che le comunità itineranti «avvertono con facilità le nostre ombre, che noi non riconosciamo in mezzo al preteso progresso». L’idea è che proprio la loro esperienza di marginalità, di legame con la natura, di comunità forte possa essere un segno di speranza per una società che, nei suoi modelli di sviluppo, ha generato ingiustizie, crisi ambientali e disuguaglianze.

Educazione e futuro delle nuove generazioni

Un punto centrale del discorso del Papa riguarda l’educazione dei bambini e dei giovani Rom, Sinti e Caminanti. Leone XIV ha evidenziato come la scuola non sia solo un luogo di apprendimento, ma anche di inclusione, di socializzazione e di riscatto sociale. Ha invitato le istituzioni civili e la comunità ecclesiale a collaborare per garantire alle nuove generazioni un accesso reale e completo all’istruzione, affinché possano crescere con pari opportunità e diventare protagonisti di una società più giusta e solidale.

Impegno pastorale e azioni concrete

Il Papa chiede un impegno concreto: «Auspico che ogni Diocesi sviluppi adeguate attenzioni pastorali dedicate alle comunità Rom, Sinti e Caminanti, per una vera crescita umana integrale». Tra le linee indicate troviamo: l’educazione e la formazione professionale, l’attenzione per la famiglia e la comunità, l’inculturazione della liturgia e della catechesi (anche con attenzione alle questioni linguistiche), e il dialogo ecumenico e interreligioso.

Il tema dell’itineranza come metafora e speranza

«La speranza è itinerante»: in queste parole si riassume il cuore del messaggio. Essere in cammino significa non rimanere fermi, non credere che la propria condizione sia solo definita da limiti e barriere. Significa avere fiducia in Dio e nella capacità di trasformazione personale e comunitaria. Il Papa invita a non scoraggiarsi, e a «camminare con coraggio nella via del Vangelo».

Riconoscimento e valore della dignità

La dignità viene richiamata più volte: dignità del lavoro, dignità della preghiera, dignità della persona. Il Papa afferma che le comunità Rom, Sinti e Caminanti possono essere testimoni di queste realtà. E questo riconoscimento ribalta l’idea che l’itineranza sia solo una condizione di svantaggio: diventa segno di valore e partecipazione nella Chiesa.

Un invito alla Chiesa e alla società

In conclusione, discorso del Papa Leone XIV non è un semplice saluto, ma un appello alla Chiesa e alla società. Alla Chiesa perché continui a camminare accanto alle comunità Rom, Sinti e Caminanti con servizi pastorali adeguati e partecipativi. Alla società perché riconosca che l’“itineranza” non è solo un problema da gestire, ma una ricchezza da valorizzare, un modo alternativo di vivere la fede, la comunità, il lavoro, il rispetto della persona.

Immagine: elaborazione artistica con Intelligenza Artificiale.

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