Il Tribunale di Reggio Emilia con la sentenza 337/2025 riconosce il mobbing come malattia professionale : risarcimento INAIL anche senza prove dirette
L’11 giugno 2025 il Tribunale di Reggio Emilia, Sezione Lavoro, ha emesso la sentenza n. 337/2025, inaugurando un percorso interpretativo importante nella materia del mobbing e delle tutele INAIL. Secondo questa pronuncia, è possibile ottenere risarcimenti per patologia psicologica da lavoro anche in assenza di prove documentali specifiche purché dimostrato il quadro complessivo di vessazione.
Fatti di causa
La lavoratrice, impiegata da oltre 13 anni presso un grande gruppo della distribuzione specializzato in edilizia, ha lamentato un grave disturbo d’ansia e depressione con somatizzazioni, collegandolo a comportamenti lesivi del superiore, collaboratori e dell’organizzazione aziendale.
Ha esposto che le venivano negati turni, pause, permessi legittimi, ad esempio per usufruire della Legge 104, era esclusa da orari e favoriti altri colleghi, subiva rimproveri verbali e isolamento.
Il datore di lavoro ha respinto la domanda, ma dopo prove testimoniale e consulenza, il Tribunale ha ritenuto fondata l’azione.
Principi giuridici affermati
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Tutela anche per malattie non tabellate
Il mobbing può essere riconosciuto come rischioso e risarcibile anche se la patologia non compare nelle tabelle INAIL, secondo la giurisprudenza costituzionale e il D.Lgs. 38/2000. -
Soglia di prova alleggerita
Non serve dimostrare ogni atto persecutorio con prova “forte”: contano contesto, testimonianze, e il collegamento causale tra condizioni lavorative e malattia. -
Correlazione eziologica e criterio dell’efficienza lesiva
Il Tribunale ha valutato criteri come cronologia, continuità, topografia del rapporto tra stress lavorativo e patologia, e ha ritenuto soddisfatti i requisiti per ritenere il rapporto come causa della malattia. -
Risarcimento e prestazioni INAIL
La sentenza conferma il diritto alle prestazioni INAIL come malattia professionale, estendendo la copertura anche ai casi di mobbing ben documentati.
Impatti pratici e raccomandazioni
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I lavoratori dispongono di uno strumento più accessibile per ottenere risarcimenti da mobbing, anche se non dispongono di documenti perfetti.
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Le imprese devono vigilare con politiche preventive antiviolenza, canali di segnalazione e verifiche interne sul clima aziendale.
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Gli avvocati dovranno valorizzare testimonianze, consulenze mediche e contesto lavorativo più che “prove fredde”.
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La decisione potrebbe essere riferimento per casi analoghi in altre sedi, contribuendo a uniformare l’orientamento giurisprudenziale.
Conclusione
La sentenza 337/2025 del Tribunale di Reggio Emilia rappresenta un’evoluzione nella tutela dei diritti dei lavoratori, soprattutto in materia di patologie correlate al mobbing. Riconosce che la prova integrale non è sempre necessaria: un quadro indiziario ben costruito è sufficiente per ottenere il risarcimento dall’INAIL.