Nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025, Papa Leone XIV ha parlato alla FAO denunciando lo scandalo della fame e invitando governi, istituzioni e cittadini ad azioni concrete per garantire cibo e dignità a tutte le persone
Il 16 ottobre 2025, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Papa Leone XIV ha pronunciato un discorso di grande forza morale presso la sede della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Le sue parole hanno richiamato con chiarezza la responsabilità comune dell’umanità di fronte allo scandalo persistente della fame, in un’epoca caratterizzata da grandi progressi scientifici e tecnologici, ma ancora segnata da gravi disuguaglianze.
Una responsabilità condivisa
Il Pontefice ha sottolineato che la lotta contro la fame e la malnutrizione non può essere lasciata solo nelle mani dei governi o delle organizzazioni internazionali. Essa riguarda tutti, dalle istituzioni pubbliche al settore privato, dalle associazioni ai singoli cittadini. Ogni persona che soffre la fame, ha detto, è un fratello o una sorella a cui non possiamo voltare le spalle.
Questa prospettiva universale richiama non soltanto un dovere morale, ma anche una necessità concreta: senza un impegno corale, la comunità internazionale non riuscirà a garantire un futuro sostenibile e dignitoso per le generazioni che verranno.
Fame e malnutrizione : numeri che pesano come vite
Nonostante l’abbondanza di risorse, milioni di uomini e donne nel mondo continuano a soffrire la fame. I bambini sono tra le vittime più colpite, con conseguenze devastanti per il loro sviluppo fisico e cognitivo. La denutrizione e la carenza di nutrienti essenziali, infatti, condizionano il futuro delle comunità intere, alimentando povertà, instabilità sociale e conflitti.
Il Papa ha denunciato con forza l’assurdità di un mondo in cui da una parte si spreca cibo, e dall’altra si muore di fame. Ha messo in evidenza la contraddizione tra l’enorme capacità produttiva e la diseguaglianza nella distribuzione delle risorse, che trasforma l’alimentazione da diritto universale a privilegio di pochi.
Il cibo come arma di guerra
Un punto centrale del suo discorso è stato il richiamo alla gravità dell’uso del cibo come strumento di conflitto. In numerosi scenari internazionali, la privazione del nutrimento viene imposta come arma contro popolazioni innocenti, violando la dignità umana e calpestando i principi del diritto.
Il Pontefice ha condannato apertamente questa pratica disumana, sottolineando che negare l’accesso al cibo significa attentare direttamente alla vita. La fame provocata dall’uomo non è solo un dramma sociale, ma un vero crimine che pesa sulla coscienza dell’umanità.
Dalle parole all’azione
Papa Leone XIV non si è limitato a denunciare i problemi, ma ha indicato possibili vie per affrontarli. Tra le priorità ha ricordato:
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la necessità di una collaborazione globale e sinergica, che metta in rete istituzioni, scienza, mondo economico e società civile;
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l’importanza di mettere al centro la persona umana, evitando che ideologie o interessi di parte prevalgano sulla dignità e sul bene comune;
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il riconoscimento del ruolo fondamentale delle donne, che in molte comunità sono custodi dell’alimentazione, della cura e della trasmissione culturale;
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il rafforzamento del multilateralismo, affinché le decisioni prese a livello internazionale non rimangano dichiarazioni astratte, ma diventino strumenti concreti di cambiamento.
Il Papa ha insistito sul fatto che ogni Paese deve poter partecipare alla costruzione di soluzioni adeguate, rispettando tradizioni e culture locali, evitando imposizioni esterne che spesso si rivelano inefficaci.
Conversione di mentalità e stili di vita
Accanto alle proposte politiche e organizzative, Leone XIV ha richiamato l’urgenza di una conversione interiore e sociale. Non basta chiedere ai governi di agire: anche i cittadini devono rivedere i propri stili di vita, i modelli di consumo e l’uso delle risorse. Combattere lo spreco alimentare, educare a un’alimentazione equilibrata e sostenibile, sostenere le filiere etiche sono passi indispensabili per costruire un mondo più giusto.
Il Pontefice ha sottolineato che la fame non è solo un problema di distribuzione, ma una questione che interroga la coscienza collettiva. Vivere nell’indifferenza significa accettare che milioni di persone continuino a soffrire per mancanza di cibo, quando invece esistono le possibilità per cambiare questa realtà.
Innovazione, agricoltura e sostenibilità
Papa Leone XIV ha richiamato anche l’importanza dell’innovazione tecnologica applicata all’agricoltura, che può trasformarsi in strumento di giustizia sociale se messa al servizio dei popoli più vulnerabili. L’utilizzo responsabile della scienza, ha osservato, non deve alimentare nuovi squilibri o logiche di profitto fine a se stesso, ma sostenere pratiche agricole sostenibili, rispettose dell’ambiente e capaci di garantire cibo sano e accessibile. Secondo il Pontefice, il progresso autentico non può essere separato dall’etica e dalla solidarietà.
Un appello alla speranza
Nel concludere il suo intervento, Papa Leone XIV ha rivolto parole di incoraggiamento a tutti coloro che, in diversi ambiti, lavorano per assicurare cibo e dignità ai più poveri. Ha ricordato che la speranza non deve mai spegnersi, e che ogni gesto, anche piccolo, contribuisce a costruire un futuro migliore.
Il suo discorso alla FAO rimane così una chiamata alla coscienza mondiale, un invito a trasformare la solidarietà in azione concreta. La fame non è un destino inevitabile, ma una sfida che può essere vinta attraverso l’impegno comune, la responsabilità etica e la volontà di mettere al centro la dignità di ogni persona.