Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Canale Fede e Ragione

Fede che germoglia e si rinnova : il saluto di Papa Leone XIV ai pellegrini croati

fede germoglia rinnova Papa Leone XIV pellegrini croati

Custodire, rinnovare e trasmettere la fede : il messaggio di Papa Leone XIV ai pellegrini croati nell’Anno Giubilare

Il 7 ottobre 2025 Papa Leone XIV ha accolto a Roma i pellegrini provenienti dalla Croazia, riuniti per il pellegrinaggio nazionale nell’Anno Giubilare. Nel suo intervento, il Pontefice ha offerto un discorso intenso e ricco di immagini spirituali, ponendo al centro tre parole chiave: custodire, rinnovare, trasmettere. Non una fede ferma e immobile, ma una fede viva, capace di germogliare in ogni tempo e luogo.

Il Papa ha voluto innanzitutto ringraziare i pellegrini per la loro presenza, segno di una Chiesa che non smette di mettersi in cammino. Ha ricordato come la fede sia radicata profondamente nella storia della Croazia, un tesoro prezioso che non deve essere disperso, ma rinnovato e reso fecondo per le generazioni future.

Custodire le radici, senza rimanere fermi

Il Papa ha insistito sul valore delle radici cristiane: un’eredità che non va mai data per scontata. Custodire significa proteggere ciò che si è ricevuto, ma senza ridurlo a memoria sterile. Le radici, ha spiegato, devono essere come quelle di un albero: salde nella terra, ma capaci di nutrire un tronco che cresce e si apre al cielo.

Il rischio è quello di vivere la fede come un museo del passato, incapace di parlare al presente. Per questo Leone XIV ha invitato i pellegrini a lasciarsi sorprendere dalle novità dello Spirito, che rende ogni epoca diversa e chiede di riscoprire il Vangelo con occhi sempre nuovi.

Rinnovare la fede nella vita quotidiana

Accanto alla custodia, il Papa ha parlato della necessità di rinnovare la fede giorno per giorno. Non bastano celebrazioni solenni o pellegrinaggi: la fede vive nella testimonianza silenziosa e concreta dei cristiani nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle comunità locali.

È la vita ordinaria, illuminata dal Vangelo, a rendere credibile la fede. Un cristianesimo che resta chiuso nelle chiese rischia di spegnersi; una fede che invece si traduce in gesti di solidarietà, di perdono, di pace diventa seme fecondo che trasforma la società.

Trasmettere alle nuove generazioni

Uno dei passaggi più intensi del saluto riguarda il tema della trasmissione della fede. Leone XIV ha sottolineato che essa non può essere solo una tradizione consegnata come un pacchetto chiuso. Al contrario, va trasmessa come esperienza viva, che si comunica con la parola ma soprattutto con l’esempio.

Il Papa ha incoraggiato genitori e nonni a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà di dialogo con i giovani, spesso attratti da modelli effimeri o da culture secolarizzate. Ha ricordato che ciò che convince le nuove generazioni non sono tanto le prediche, quanto la coerenza e la gioia di chi vive ciò in cui crede.

La fede come segno di unità e pace

Nel suo discorso non è mancato un richiamo all’unità e alla pace. La Croazia, con la sua storia segnata da conflitti, sa bene quanto sia difficile costruire rapporti di fraternità duraturi. Proprio per questo i pellegrini sono stati invitati a diventare fermento di riconciliazione nelle loro comunità, capaci di gettare ponti invece che muri.

Il Papa ha sottolineato che una fede autentica non può chiudersi in se stessa né erigersi a bandiera identitaria, ma deve aprirsi al dialogo e al servizio. Dove c’è conflitto, i cristiani sono chiamati a testimoniare la forza mite del perdono; dove regna l’odio, la fede deve mostrare che l’amore è più forte.

La diaspora come missione

Le parole di Leone XIV hanno avuto un’eco particolare anche per i tanti croati che vivono fuori dalla loro terra. La diaspora, spesso segnata da sacrifici e distacchi, è stata interpretata come un’occasione di missione. Ovunque ci si trovi, la fede può diventare un ponte tra culture, un segno di speranza in un mondo globalizzato ma frammentato.

Così, il Papa ha incoraggiato i fedeli a sentirsi ambasciatori del Vangelo nei luoghi in cui vivono, senza perdere il legame con le radici, ma aprendosi all’incontro con gli altri popoli.

Un messaggio per tutti i pellegrini

Pur rivolto alla Croazia, il discorso assume un valore universale. Custodire, rinnovare e trasmettere sono azioni che riguardano ogni comunità cristiana. Ogni credente, in qualunque parte del mondo, è chiamato a fare memoria del dono ricevuto, a lasciarlo fiorire nel presente e a consegnarlo a chi verrà dopo.

Le parole del Papa risuonano come un invito a non vivere la fede con nostalgia o con timore, ma con la consapevolezza che essa è una forza viva, capace di rigenerarsi e di rigenerare.

Fede che germoglia, fede che spera

Il saluto di Papa Leone XIV ai pellegrini croati si è concluso con una benedizione e con un richiamo alla speranza. La fede, ha detto, è come un seme che, se accolto, cresce e porta frutto. È un dono che si rinnova in ogni epoca, un tesoro che non invecchia, ma che germoglia sempre di nuovo.

In un tempo segnato da conflitti, individualismo e incertezze, questo messaggio richiama tutti alla responsabilità di essere testimoni di una fede che non si chiude, ma che illumina il mondo con la luce del Vangelo e della ragione aperta al mistero.

Comments

comments