Il richiamo del CNOG : trasparenza, responsabilità e primato dell’attività umana
Dal 10 ottobre 2025 entra in vigore la legge che regolamenta l’uso dell’intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti aveva già anticipato i principi nel nuovo Codice deontologico, riaffermando che l’IA può essere strumento di supporto, ma non potrà mai sostituire il pensiero critico e la responsabilità del giornalista.
La legge per disciplinare l’uso dell’Intelligenza Artificiale nelle professioni
Il 10 ottobre 2025 entra in vigore la legge 132/2025, che introduce regole precise sull’uso dell’intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali. L’articolo 13 della norma stabilisce che l’IA potrà essere impiegata solo per attività “strumentali e di supporto”, senza sostituire in alcun modo l’attività intellettuale umana.
Il testo di legge sottolinea inoltre l’obbligo per i professionisti di informare in modo chiaro, semplice ed esaustivo i propri clienti in caso di utilizzo di sistemi basati su algoritmi, assicurando così trasparenza e correttezza.
Il ruolo anticipatore del CNOG
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG) aveva già precorso i tempi introducendo, nel nuovo Codice deontologico entrato in vigore a giugno 2025, un articolo interamente dedicato all’intelligenza artificiale.
L’articolo 19 sancisce che l’IA “non può in alcun modo sostituire l’attività giornalistica” e che il giornalista che vi ricorra deve rendere esplicito l’utilizzo nella produzione o modifica di testi, immagini e contenuti sonori, assumendosi comunque la piena responsabilità editoriale. In nessun caso, infatti, il ricorso all’IA può essere considerato un’esimente rispetto agli obblighi deontologici.
Perché è fondamentale che l’IA sia usata dai giornalisti
Alla luce delle innovazioni introdotte dall’intelligenza artificiale in ambito editoriale e giornalistico, diventa ancora più evidente la necessità che sia il giornalista professionista a gestire questi strumenti.
Il giornalista, infatti, possiede — o dovrebbe possedere — competenze tecniche, culturali e deontologiche indispensabili per:
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verificare le fonti e distinguere tra informazione e disinformazione;
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contestualizzare i contenuti generati dall’IA;
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garantire il rispetto delle regole etiche e deontologiche della professione;
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tutelare il pubblico da eventuali abusi o manipolazioni.
In questo senso, l’IA può diventare un valido alleato del lavoro giornalistico, velocizzando alcuni processi e offrendo supporto tecnico, ma non può sostituire il pensiero critico, la sensibilità culturale e il giudizio etico che caratterizzano la professione.
Trasparenza e fiducia nel giornalismo del futuro
La nuova legge e il Codice deontologico del CNOG vanno nella direzione di rafforzare la fiducia del pubbliconell’informazione. Dichiarare l’uso di strumenti di intelligenza artificiale e ribadire la centralità dell’attività umana significa tutelare sia i cittadini sia la credibilità stessa del giornalismo.
In un contesto mediatico dove l’IA è in grado di generare testi, immagini e video indistinguibili da quelli reali, il valore aggiunto del giornalista resta la capacità di dare senso, ordine e verità alle informazioni.
Questa normativa segna un passaggio cruciale: l’intelligenza artificiale potrà supportare il giornalismo, ma solo se governata dai professionisti, nel rispetto della trasparenza e della responsabilità deontologica.
L’impatto sull’editoria e sul mondo dell’informazione
L’introduzione di norme precise sull’intelligenza artificiale avrà effetti significativi non solo sul giornalismo, ma anche sull’intero settore editoriale. Case editrici, redazioni online e cartacee, agenzie di stampa e uffici comunicazione dovranno rivedere i propri processi di produzione e distribuzione dei contenuti. La legge impone infatti di distinguere con chiarezza i contributi frutto dell’attività intellettuale umana da quelli generati o modificati dall’IA. Questo significa garantire al lettore trasparenza, evitando che testi, immagini o materiali audiovisivi creati con l’ausilio degli algoritmi vengano presentati come lavoro esclusivamente umano.
Una sfida di formazione e aggiornamento professionale
L’adozione di queste regole comporta anche una sfida sul piano della formazione continua. I giornalisti e i professionisti della comunicazione dovranno acquisire competenze specifiche per utilizzare l’IA in modo consapevole e responsabile, integrandola senza mai rinunciare al proprio ruolo critico e deontologico. Si tratta di un’opportunità per rafforzare le competenze digitali e, al tempo stesso, riaffermare l’identità del giornalismo come presidio di libertà e democrazia. La tecnologia potrà rendere più rapido il lavoro redazionale, ma il valore etico e culturale resterà sempre nelle mani del professionista che ne governa l’uso.
Fonte CNOG – Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti : Il 10 ottobre entra in vigore la legge che regolamenta l’AI. Il Cnog ha anticipato da giugno con il nuovo codice deontologico.